sabato 30 marzo 2013

Felice Pasqua!

Una serena Pasqua a tutti voi!

Versi. Rosa Balistreri

"Mi votu e mi rivotu suspirannu / passu li notti ‘nteri senza sonnu/ e li biddizzi tò iu cuntimplannu / li passu di la notti ‘nsinu a jornu/ Pi tia nun pozzu ora cchiù durmìri /paci nun havi cchiù st’afflittu cori/ lu sai quannu ca iu t’haiu a lassari: / quannu la vita mia finisci e mori" 
"Mi votu e mi rivotu" cantata da Rosa Balistreri (1927-1990)

giovedì 28 marzo 2013

Rosa Balistreri. Anima della Sicilia

La voce della Sicilia. Questo fu Rosa Balistreri (Licata 1927-Palermo 1990). Se l’isola potesse parlare lo farebbe con quel timbro di voce aspro, duro, diretto, doloroso e, nello stesso tempo affascinante, inconfondibile ed indimenticabile. Una voce formatasi con le sofferenze della vita, di cui aveva assorbito tutta la drammaticità. 

Rosa nacque in una famiglia povera, con un padre molto severo, una madre, al contrario, dolcissima, due sorelle ed un fratello invalido. Fin da giovanissima lavorò nei campi e aiutò suo padre, falegname, che si occupava fondamentalmente di riparare sedie. 

La ragazzina, a quanto raccontano le fonti, era capace di camminare per la città scalza, qualunque fosse la stagione, gravata dal peso delle sedie da riconsegnare ai clienti. Fu anche domestica in case signorili. In quel periodo iniziò a maturare quella voce che divenne specchio di tempi duri e tristi e, dopo i quindici anni, Rosa iniziò a fare i suoi primi spettacoli. 

I genitori le combinarono un matrimonio con un uomo che si rivelò un padrone più che un marito e la rese infelice. L’ esasperazione di Rosa toccò il fondo il giorno in cui scoprì che il consorte era arrivato a giocarsi il corredo della figlia. Afferrò un coltello e lo aggredì. Pensò di averlo ucciso, cosi andò subito a costituirsi e scontò sei mesi di prigione

Uscita di galera, pur di mantenere la famiglia, accettò i lavori più umili, finché riuscì a farsi assumere come domestica in casa di una ricca famiglia palermitana. Le cose però, non migliorarono: Rosa venne messa incinta dal figlio dei padroni, che riuscì perfino ad istigarla, con false promesse, a rubare in casa. 

Venne arrestata e finì di nuovo in prigione per altri sei mesi. Scontata la pena, la vita si accanì
ancora contro di lei, riservandole soltanto pochi momenti di serenità. Le cose cambiarono davvero quando Rosa riuscì a partire per Firenze insieme al fratello. Entrambi trovarono lavoro e Rosa volle con sé tutta la famiglia. 

Solo la sorella Maria non la raggiunse subito, ma quando scappò da Licata a causa delle violenze subite dal marito. Quest’ultimo, però, non si rassegnò alla fuga della moglie e riuscì ad ucciderla. Una ulteriore tragedia strettamente collegata al suicidio, poco tempo dopo, del padre di Rosa. 

Questi dolori segnarono profondamente l’artista, che si riprese solo grazie all’amore del pittore Manfredi. Fu proprio lui a farle conoscere Mario De Micheli, che le permise di incidere il primo disco con la Ricordi. 

Da quel momento iniziò una stagione artistica importantissima per Rosa, che si fece conoscere dal pubblico attraverso numerosi concerti. Divenne anche amica di cantastorie e poeti come Ciccio Busacca ed Ignazio Buttitta, che scrisse per lei alcune canzoni. 

Alla sua carriera in costante ascesa, però, non corrispondeva una vita privata serena: la fine della relazione con Manfredi, infatti, gettò Rosa in una profonda depressione che la portò sull’orlo del suicidio. 

Nonostante questi ed altri problemi, che si sommarono in una catena che sembrava non dover avere mai fine e a costo di grandi sforzi, Rosa Balistreri trovò il coraggio di andare avanti intraprendendo, parallelamente alla carriera di cantante, anche quella di attrice teatrale. Nel 1973 partecipò al Festival di San Remo ma venne esclusa subito.

La motivazione ufficiale riguardò il fatto che la canzone non fosse inedita. Ne nacque una accesa polemica, in quanto molti sostennero che la vera causa dell’esclusione fosse da ricercare nel genere musicale della Balistreri, non compreso dal pubblico e dalla critica del Festival. Tornò in Sicilia dopo molti anni, ormai celebre e rispettata.

Morì di ictus a Palermo, ma il popolo siciliano non l’ha mai dimenticata. La sua voce graffiante, ruvida, disperata, per nulla impostata l’ha resa una vera e propria icona non solo nella terra natia. 

Rosa Balistreri non può essere definita una cantante, poiché sarebbe riduttivo. Fu, invece, la personificazione della sofferenza, dell’umiliazione, della povertà, ma anche del coraggio urlato e della rabbia ribelle. 

Cantò in siciliano, perché quella era la lingua della sua vita, dei momenti belli come di quelli brutti. Ne rese con sapienza ogni asperità ed ogni delicato accento, con la consapevolezza e l’amore che solo l’appartenenza alla terra può dare. Interpretò la Sicilia e si fuse con essa. 

Vi propongo di ascoltare la sua voce attraverso questi link: 


"Chista la vuci mia"

"La Ballata del Sale"

Ritroverete l’essenza indomita, selvaggia di una terra che, come una sirena, ammalia chiunque la visiti. 


Per saperne di più

 http://www.rosabalistreri.it/ (sito ufficiale)

 http://www.balistrerirosa.it/ altro sito ufficiale) 

 http://www.licataweb.it/cultura/personaggi_illustri/rosa_balistreri.html
 (pagina dedicata a Rosa Balistreri)

sabato 23 marzo 2013

La frase: Marguerite Yourcenar

"Alcuni, di fronte alla malvagità e alla cattiveria, si ritraggono non per viltà ma per ripugnanza a discutere con un insolente".
Marguerite Yourcenar (1903-1987), "Archivi del nord", 1977

domenica 17 marzo 2013

Seconda parte di "I'm Woman"

Dall'iniziativa della scrittrice Desy Giuffré è nato il progetto "I'm Woman", collegato al suo sito "Holly Girls" (gemellato con "Divine Ribelli" e "La Mano di Fatima") e a cui ho avuto il piacere di partecipare attivamente. 
Abbiamo iniziato con il bellissimo articolo della blogger Maila Daniela Tritto sulle donne in letteratura e continuiamo, da oggi, con il mio sulle donne in Oriente, tra passato e presente.  
Buona lettura :-)

"I'm Woman"

Dall'iniziativa della scrittrice Desy Giuffré è nato il progetto "I'm Woman" a cui ho avuto il piacere di partecipare attivamente. 
Un nuovo modo di parlare di donne alle donne, ma anche agli uomini. 
La femminilità declinata nelle sue diverse sfumature, con uno stile fresco e profondo allo stesso tempo. 
Abbiamo iniziato con il bellissimo articolo della blogger Maila Daniela Tritto il cui sito, "A Dream of Reading", è gemellato con "Divine Ribelli" e "La Mano di Fatima".
Il pezzo di Maila per I'm Woman" è dedicato alle donne in letteratura.
Leggetelo, è bellissimo :-)

sabato 16 marzo 2013

Frase della settimana: Marilyn Monroe

"C’è un momento in cui devi decidere: o sei la principessa che aspetta di essere salvata o sei la guerriera che si salva da sé…Io credo di aver già scelto… Mi sono salvata da sola". 
Marilyn Monroe (1926-1962)

sabato 9 marzo 2013

Citazioni: Frida Kahlo

"Pensavano che anch'io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni". 
Frida Kahlo (1907-1954)

venerdì 8 marzo 2013

Il giorno del mio matrimonio

8 marzo: un giorno di riflessione che, per me, passa attraverso questo racconto sui diritti negati alle donne.

Il giorno del mio matrimonio 

Le donne si affrettano intorno a me. Manca cosi poco, ormai. E’ il mio giorno, il più bello di tutta la vita, o almeno cosi mi hanno detto. Eppure, nonostante la musica assordante ed i balli che proseguono da ieri sera, non ho voglia di correre, né di danzare né di giocare. 
Aspetto da anni questo momento, in bilico tra il timore e la curiosità. 
Le donne della mia famiglia mi hanno raccontato per anni di una grande festa in mio onore, di un vestito da principessa e dolci tutti per me. 
“Il giorno del tuo matrimonio è già scritto” mi hanno ripetuto fino alla noia. 
“Sei promessa, il tuo sposo già ti attende” hanno sussurrato accarezzandomi. 
Non ho mai pensato a lui e, per dirla tutta, non saprei nemmeno a chi pensare, poiché non ho mai visto il suo volto. 
Fino a due mesi fa la sua vaga presenza mi camminava accanto, leggera ed impalpabile, quasi senza che me ne accorgessi. 
Poi, un giorno, mio padre è venuto a ricordarmi la promessa: “Hai l’età giusta”, mi ha detto, “l’attesa del tuo sposo è finita”. 
Da allora la mia adolescenza è volata via insieme ai giorni che mi separavano dall’inizio della mia nuova vita. Quando i tamburi hanno iniziato a suonare, nel silenzio della notte, solo in quell’istante ho compreso davvero che il passato non sarebbe tornato e che per me non ci sarebbe stata possibilità di scelta. 
Le donne sono entrate nella mia camera stamattina presto, radiose nelle loro vesti dai colori sgargianti, portando il mio abito nuziale ed il necessario per truccarmi ed acconciarmi i capelli. Le loro cavigliere tintinnanti sono l’unico suono familiare in questo caos di voci, rumori e musica. 
Mi guardo le mani tinte dall’henné, seguendo con lo sguardo le linee sinuose che ne compongono gli arabeschi. La mia vita non è poi tanto diversa da questi disegni astratti, inconsapevolmente intrecciati per sempre, senza averlo scelto, senza avere il potere di cambiare le cose. 
Una delle donne mi copre il capo con un velo di seta. Il cuore batte più forte nel mio petto. 
Le parenti fuori dalla casa trillano per richiamare la mia attenzione, gli uomini battono più velocemente sui tamburi. Il destino mi chiama. 
Mani si legano alle mie, spingendomi delicatamente fuori. L’ultimo sole dell’adolescenza mi abbaglia.
La sua attesa è finita, il mio tempo spensierato è scaduto. 

Francesca Rossi

Il booktrailer de "Il Figlio Ribelle"

Ho il piacere di presentarvi, in anteprima solo per "Divine Ribelli", il booktrailer inedito del bellissimo romanzo "Il Figlio Ribelle" di Cristina Zavettieri, di cui abbiamo già parlato qualche tempo fa.
Un primo regalo per i lettori e, soprattutto, le lettrici del blog in questo giorno dedicato alle donne.
Tanto lavoro per un risultato eccellente, curato in ogni minimo dettaglio e merito di Eleanor Mair :-)
Un booktrailer elegante e raffinato come i protagonisti del libro. 
Per vederlo cliccate qui e BUONA VISIONE! :-)

mercoledì 6 marzo 2013

“Odore di Bimbo. La Storia di Chiara” di Giovanna Albi

Questa è l’anteprima di un libro particolare, di cui il blog si occuperà ancora a breve, che affronta temi complessi, legati alla sfera esistenziale e psicologica, attraverso la filosofia ed il mito. La storia dell’uomo, infatti, non può essere scissa dagli archetipi. I miti propongono temi ed emozioni universali, tentando di spiegarli e dar loro un’origine. Nel libro di Giovanna Albi, “Odore di Bimbo. La storia di Chiara” la protagonista ripercorre tutte le tappe della propria esistenza, ogni bivio, ogni scelta. Questo viaggio nel passato, dall’infanzia all’età matura, però, non è una semplice rievocazione di ricordi, ma un vero e proprio percorso introspettivo, di autoanalisi. Chiara, dotata di grande immaginazione, descrive la vita che ha vissuto e l’amore per l’uomo che le ha rubato il cuore, riallacciandosi ai miti greci, agli eroi come Achille o Ettore, ripensando il mondo, il senso dell’esistenza, i traguardi raggiunti ed i fallimenti che hanno caratterizzato la Storia umana dalle origini fino ad oggi. Il risultato è un romanzo che, attraverso Chiara, narra la vita di ciascuno di noi e di quel sentimento potente ed inesauribile, capace di travolgerci, ma di cui non possiamo fare a meno; l’amore. 

Il Libro 

Titolo: Odore di Bimbo. La Storia di Chiara  
Autore: Giovanna Albi 
Casa Editrice: Robin Edizioni 
Collana: I Libri da Scoprire 
Pagine: 191 
Prezzo: 14 euro 
Data di pubblicazione: 2012 












Trama 

Un viaggio nella memoria di Chiara, personaggio complesso e dotato di notevole capacità di autoanalisi. Attraverso riferimenti filosofici, storici e a personaggi della letteratura e della mitologia classica, Chiara ripercorre la sua vita dall'infanzia alla maturità, e descrive il suo rapporto con l'uomo che ama, un uomo che profuma di bimbo, di borotalco e di Plasmon. 

L’incipit

Una donna riversa sul letto, le persiane socchiuse, un raggio di sole si insinua supplice e chiede che qualcuno apra. Il silenzio della casa taglia l’anima in due; una sospensione tra presente e passato: un salto da fare attende da anni. L’addome dolorante, la donna chiede aiuto, non ce la fa a girarsi; pensava di essere sola; invece due occhi grandissimi verdi, i capelli sconvolti, la canottiera mette in rilievo la forza del corpo ancora giovane. “ Amore va bene così?”. L’uomo la pone supina, il dolore si disfa, un ricordo si apre in mezzo alla fronte, lo stomaco si contrae, il cuore fibrilla: E’ il suo vero, grande amore. Si può dimenticare un amore? Un uomo che ti è vicino da anni, ti accompagna all’aeroporto, al mare, al lavoro, in palestra, sulle piste da sci? I Baci a Ventotene, il profumo della sabbia, gli occhi avviluppati nella passione, i piedi scalzati sul cruscotto della macchina, i vetri appannati dietro la pioggia incessante che batte. “Non prendiamoci troppo sul serio!” – Lui aveva detto con aria birichina e imberbe. Lei, Donna vissuta, l’aveva guardato; taceva, ma sapeva che non sarebbe scappato. 

L’Autrice 

Giovanna Albi nasce a Teramo e frequenta il Liceo Classico, dove si diploma con il massimo dei voti ed è premiata per aver scritto il tema migliore d’Italia. Laureata in Lettere Classiche e in Filosofia, segue un tirocinio psicoanalitico lacaniano di sette anni. Nel 2010 pubblica  "Splenderò nell'ombra", un diario autobiografico sugli effetti di una psicoanalisi errata. L’opera viene selezionata per partecipare al London Boook Fair 2011. Socia del Centro Internazionale Composteliano ha percorso a piedi e per due volte il cammino francese di Santiago, la Francigena dal Monginevro a Roma, la via di San Francesco da La Verna a Poggio Bustone. Con Robin edizioni ha pubblicato "L'avventura di Santiago" (2011) ; "Odore di bimbo-La storia di Chiara" (2012) Attualmente Insegna latino e greco e collabora con l'Università di Perugia.

domenica 3 marzo 2013

La Traviata

 Ah, della traviata sorridi al desio; 
A lei, deh, perdona; tu accoglila, o Dio,
 Or tutto fini’. 
“Addio, del passato”, Violetta (La Traviata)

Manifesto della prima de La Traviata
La lirica è un patrimonio italiano e del mondo intero. Il bel canto parla la nostra lingua ed esprime passioni e sentimenti universali che, oggi più che mai, andrebbero riscoperti. L’Italia in particolar modo è indissolubilmente legata all’Opera non solo per una questione di origini, ma anche per ragioni storiche ed artistiche. 

Un blog come “Divine Ribelli” non poteva non dedicare uno spazio a questo genere musicale che è “difficile” solo in apparenza, ad un primo ascolto. L’Opera, infatti, è piena di eroine forti e deboli allo stesso tempo, che amano e soffrono con una drammaticità che, in una certa misura, ci appartiene. 

Personaggi indimenticabili, da Violetta a Tosca, da Turandot ad Adriana Lecouvreur. Donne che soffrono ed arrivano persino a sacrificare la vita per amore. Come dimenticare, poi, le bravissime ed affascinanti cantanti che hanno dato voce, corpo ed anima a quelle eroine, dall’indimenticabile Maria Callas alla sua degna rivale Renata Tebaldi. 

La prima opera di cui parliamo oggi è La Traviata di Giuseppe Verdi e la scelta non è affatto casuale; il prossimo 6 marzo, infatti, saranno passati esattamente 160 anni dalla sua prima rappresentazione, che avvenne al Teatro La Fenice di Venezia nel 1853. 

Prima pagina dello spartito "Addio, del passato", canto e pianoforte
L’autore de La Traviata, Giuseppe Verdi (1813-1901), non ha certo bisogno di presentazioni. Il libretto, invece, è del celebre scrittore e librettista Francesco Maria Piave (1810-1876), che collaborò altre volte con lo stesso Verdi. Piave, inoltre, lavorò anche per il Teatro alla Scala e divenne direttore degli spettacoli del Teatro La Fenice. 

La Traviata, opera in tre atti, si ispira ad un romanzo di Alexandre Dumas figlio, “La Signora delle Camelie”, che fece scandalo per i temi affrontati e per lo stile molto diretto dell’autore. A Verdi non andò meglio: la prima, il 6 marzo 1953 fu un fiasco clamoroso. 

Alcuni imputarono l’insuccesso proprio alle tematiche scabrose, che ritennero non adatte al luogo e al tipo di musica. Il pubblico, a quanto pare, non perdonò neppure l’ambientazione contemporanea, che lo costrinse a guardare in faccia una realtà irritante e di solito tenuta ben nascosta. 

Per altri, invece, la colpa fu anche degli interpreti, che non riuscirono a cogliere e a far proprie in modo adeguato le passioni forti e la drammaticità della storia. 

Per la parte di Violetta venne scelto il soprano Fanny Salvini Donatelli (1815-1891), che il pubblicò giudicò fuori parte, criticandola durante l’esibizione non per le ottime doti vocali, ma a causa di un fisico piuttosto prorompente e non adatto al ruolo di una donna devastata dalla tisi.

Maria Callas nel ruolo di Violetta
Dovette passare un anno perché il pubblico fosse “pronto” a vedere ed ascoltare La Traviata, di nuovo a Venezia, ma con nuovi interpreti ed una ambientazione non più contemporanea ma settecentesca.

La Traviata fa parte della “trilogia popolare” insieme al Rigoletto (1851) e al Trovatore (1853).

Queste tre opere hanno in comune personaggi rifiutati dalla società, destinati a non integrarsi mai nella vita degli uomini e delle donne “perbene” e ai quali mai verrà concesso un riscatto umano. 

Protagonista de La Traviata, ambientata nella Parigi di metà Ottocento, è Violetta Valery, una bellissima e famosa cortigiana malata che vive nel lusso concessole dai suoi amanti e cerca di dimenticare la malattia e la mancanza d’amore tra feste e divertimenti. 

Proprio ad un ricevimento conosce Alfredo Germont. Tra i due nasce un sentimento assoluto, osteggiato dal padre di Alfredo, dalla società ipocrita che giudica scandalosa una tale unione e dalla malattia di Violetta, che la consuma di giorno in giorno.

Il simbolo della brevità e della caducità dell’esistenza, la camelia, è un particolare fondamentale della storia, che rimase nel passaggio dal libro all’opera. 

La storia di Marguerite Gautier/Violetta, (Marguerite Gautier nel libro di Dumas), ebbe un successo enorme ed è forse una delle opere più rappresentate a teatro

Molte interpreti si misurarono con questo personaggio, come Maria Callas ed Eleonora Duse

Ebbe anche un certo numero di trasposizioni cinematografiche più o meno fedeli, da quella di Cukor nel 1936, con Greta Garbo, fino a quella di Zeffirelli del 1983 e a “variazioni sul tema” come Moulin Rouge (2001) conNicole Kidman e Pretty Woman (1990). 

Questo è il primo post dedicato a La Traviata. Ne seguiranno altri per approfondire le origini dell’opera, l’autore, gli interpreti e la storia.

sabato 2 marzo 2013

La citazione della settimana: Anna Magnani


"Di errori ne ho fatti parecchi, di cattive azioni mai. Non dimentico i torti subiti, spesso non li perdono, ma non mi vendico: la vendetta è volgare come il rancore. Questo mi dà una tal forza da leoni. Una forza che non mi fa avere paura di nulla". 
Anna Magnani (1908-1973)