“Italiani, io muoio, ricordatemi non come una principessa ma come una vostra sorella italiana.”
Mafalda di Savoia
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Sua Altezza Reale Mafalda di Savoia |
Pensiamo che le principesse e le regine vivano vite dorate, impossibili da scalfire, perfino quando sono il dolore e la sofferenza a bussare alle porte dei loro palazzi. La Storia, al contrario, ci ha insegnato che nessun uomo, per quanto ricco e potente, può considerarsi al riparo dalle tragedie e dal destino.
Nonostante ciò continuiamo a credere in questa illusione, una sorta di incantesimo che ci dona speranza, lasciandoci sognare a occhi aperti.
Soltanto quando la realtà e il dramma irrompono nelle vicende umane, scuotendoci dal sogno, realizziamo quanto siano precarie le nostre esistenze, quanto siano fragili, impermanenti.
Talvolta è necessario scavare nel passato per ritrovare il sogno perduto e capire perché e in che modo si sia frantumato contro la Storia.
Proprio ciò che stiamo per fare rievocando una figura femminile mai dimenticata, eppure non abbastanza ricordata, elegante, altera e dolce insieme, Mafalda di Savoia d’Assia Kassel (1902-1944).
Mafalda fu una donna coraggiosa, volitiva, che si trovò ad affrontare una delle realtà più terribili a cui possa andare incontro un essere umano: la (non) vita nel campo di concentramento di Buchenwald.
Per molti fu anche un personaggio controverso a causa dei suoi legami con l’élite fascista e nazista (legami che si fondavano su un precario equilibrio, molto difficili da recidere, vista la sua posizione di altezza reale, di principessa d’Italia, di Etiopia e Albania e di langravia della casata d’Assia Kassel).
In realtà, come vedremo, la principessa fu vittima non solo della Storia, ma soprattutto della politica del padre e del marito, come spesso accade in casi come questo.
Andiamo con ordine e cerchiamo di conoscere Mafalda di Savoia più da vicino, di comprendere in che modo si svolse la sua esistenza tra le due guerre, in un momento molto delicato e tragico per tutto il mondo.