mercoledì 20 novembre 2013

Anteprima di “Matriarché. Il Principio Materno per una Società Egualitaria e Solidale”.

Un volume come “Matriarché” non poteva assolutamente mancare sul blog. Si tratta di una nuova analisi sulle antiche società matriarcali e matrilineari, un tema molto discusso e che vanta una letteratura di tutto rispetto, basti pensare agli studi di Marja Gimbutas o Robert Graves, solo per citarne alcuni.

Un mondo amministrato dalle donne, ma privo della prevaricazione tra generi, in cui non esiste l’elemento dominante e nemmeno, per logica conseguenza, l’elemento sottoposto al dominio, nessuna sopraffazione, bensì la collaborazione quotidiana e costante tra uomini e donne. Quello delle società matriarcali è un argomento affascinante e complesso nello stesso tempo, sospeso tra storia, leggenda, mitologia, archeologia e antropologia. 

Matriarché è un nuovo e originale contributo alla Storia del mondo, delle donne e dell’organizzazione sociale antecedente al dominio maschile, un modo di vivere di cui si è persa memoria. 


Dati del Libro 

Titolo: Matriarché. Il principio materno per una società egualitaria e solidale 

Autore: Autori Vari 

Casa Editrice: Exorma Edizioni 

Pagine: 244 

Prezzo: 15 euro 

Data di Pubblicazione: novembre 2013 







Sinossi 

C’è stato un momento nella storia dell’umanità in cui sono esistite società fondate sull’armonia con la natura, egualitarie e solidali? Secondo alcuni non solo ci sono state ma esistono tuttora, in alcuni luoghi del mondo, società pacifiche, fondate sull’equilibrio di genere e in accordo con la natura. Si tratta di organizzazioni matrilineari o matrifocali in cui la maternità è considerata il valore fondante. Matriarché è un progetto interdisciplinare volto proprio allo studio di queste società che, in passato, ma soprattutto nel presente creano un contesto sociale più armonico, dove la relazione uomo-donna e le relazioni in generale sono fondate sui principi della cura e della nonviolenza. 

Tutte le società matriarcali si basano sul principio del divino femminile. Sono il risultato di una visione che mette in connessione le donne con il sacro. E questa è una prerogativa delle società matriarcali. Sono convinta che in questo momento storico, per attuare società più pacifiche e più eque, per fermare la violenza sulle donne e la devastazione della natura c’è assolutamente bisogno di mettere il sacro femminile al centro della visione della natura e della società. Le donne sono sempre in prima linea nella lotta per i diritti della Madre Terra. La difesa della Madre Terra è anche la difesa dei diritti delle donne, e violare i diritti delle donne è allo stesso tempo avere un atteggiamento distruttivo verso la natura. Non mi stanco mai di ripetere che sia la violazione della Terra che la violenza sulle donne sono pulsioni strettamente legate nella mente di chi vorrebbe avere il dominio su entrambe. Una società che intende proteggere la Terra come fosse una madre vivente darà inevitabilmente dignità e centralità alle donne apportando un cambiamento di visione dell’economia e dei processi decisionali. 


Per saperne di più 

La pagina dedicata a Matriarché sul sito della casa editrice Exorma Edizioni con la rassegna stampa completa, le recensioni, gli appuntamenti per le presentazioni del volume e dei “contenuti extra”. 

La recensione del libro a cura de “Il Fatto Quotidiano”

Recensione a cura de “Il Mensile”. 

La pagina Fb del libro 

Matriarché, riprendendo le parole con cui Exorma Edizioni presenta il saggio, non è solo un libro, ma “Un vero e proprio progetto interdisciplinare, volto a costruire una visione nuova, fondata sulla collettività e sulla condivisione, e che si compone di una piattaforma di crowdfunding (e della produzione di un docu-film denominato “Matriarché”; girato dal regista Aldo Silvestri, sarà messo a disposizione gratuitamente in anteprima ai sostenitori del libro".  
Per conoscere i dettagli: http://www.produzionidalbasso.com/pdb_2715.html


Gli Autori 

Il libro è curato da: 

Francesca Colombini vive a Roma. Dal 2009 è impegnata a indagare percorsi nuovi per una socialità ecosostenibile incentrata sull’equilibrio di genere. Con l’associazione Matriarchy now si occupa dell’organizzazione di convegni e seminari sugli studi matriarcali e svolge attività di comunicazione e relazioni internazionali. Lavora presso la Direzione Rai ragazzi. francescacolombini@hotmail.com 

Monica Di Bernardo vive a Roma. Si è laureata in storia medioevale con una tesi sulla Caccia alle streghe. Con l’associazione Circolo Hypatia, di cui è la presidente, organizza convegni e conferenze sulla storia delle donne. Ha pubblicato numerosi articoli sui moderni studi matriarcali e collabora con il sito www.donneconoscenzastorica.it. Insegna Lettere in una scuola romana e si occupa di educazione di genere. Nel 2012 le è stato assegnato il Premio Monteverde Pasolini per la cultura, le arti, l’informazione e il sociale.
melusina73@gmail.com. 

Matriarché raccoglie i contributi di: Vandana Shiva, Maria G. Di Rienzo, Luciana Percovich, Bruna Bianchi, Genevieve Vaughan, Riane Eisler, Stefano Mercanti, Veronika Bennholdt-Thomsen, Francesca Rosati Freeman, Angela Dolmetsch, Michela Zucca, Morena Luciani, Lorella Zanardo, Domenico Matarozzo, Beppe Pavan, Monica Lanfranco, Daniela Degan, Marco Deriu, Roberto Tecchio, Angela Caso.

martedì 15 ottobre 2013

Intervista a Connie Furnari, autrice di "Stryx. Il Marchio della Strega"

Connie Furnari, autrice del romanzo "Stryx", recensito nel blog qualche settimana fa, ha accettato di farsi intervistare, raccontando come è nata la sua intrigante storia di streghe. 

Ciao Connie, benvenuta nel blog “Divine Ribelli” e grazie per aver accettato l’intervista. Cominciamo con la prima domanda, che è d’obbligo; quando è nata la tua passione per la scrittura? Parlaci un po’ di te. 

La mia passione per la scrittura è nata quando ero ancora bambina, inventavo favole! Posso dire che è nata assieme al mio amore per i libri. 


Veniamo al romanzo “Stryx. Il Marchio della Strega”. Come è nato? Da dove hai tratto l’ispirazione? 

Stryx, come tutti oramai sanno, è nato dal mio amore per la magia. Le streghe mi hanno sempre affascinata molto: il calderone, i gatti neri, i corvi ecc… Mi sono ispirata a La Lettera Scarlatta di Nathaniel Hawthrone e Il Crogiolo di Miller, quest’ultimo tratta della vicenda delle streghe di Salem. 


Ti sei documentata su dei testi in particolare per quanto riguarda la parte storica del processo alle streghe di Salem?

Sì, mi sono documentata riguardo alla parte storica ma anche riguardo alla Salem odierna, meravigliosa città del New England. Ho parlato anche con membri della biblioteca ufficiale di questa città! 


Ho notato delle influenze wiccan nel tuo romanzo, hai letto dei libri in proposito? Cosa pensi della Wicca e della cosiddetta “stregoneria moderna”? 

Della Wicca moderna ho inserito solo gli elementi fondamentali, concentrandomi sulla magia seicentesca della vicenda di Sarah e Susan. Penso che la Wiccan sia una filosofia di pensiero. Chi la conosce bene sa che si basa sul rispetto dell’essere umano e sulla natura. 5) Come hai costruito i tuoi personaggi e ce ne è uno che preferisci o che ti somiglia di più? -Per Sarah e Susan mi son ispirata al rapporto con mia sorella minore, quando eravamo adolescenti. Come personaggio mi piace moltissimo Marco perché presenta molte sfaccettature, una complessità che si capisce solo alla fine del romanzo. E poi è un bel ragazzo, il che non guasta! ;)


In Stryx la figura della strega è approfondita molto bene, i cliché vengono reinterpretati in maniera originale e non è facile, vista la mole di studi e romanzi su questo argomento. Folli, sagge, depositarie di un sapere immenso, antico e tutto al femminile, o perfide megere che gran parte della letteratura ci ha tramandato. Chi sono, secondo te, le streghe? Ritieni che il tema sia attuale, considerando il ruolo della donna oggi, nella nostra società?

Il tema della strega in Stryx è una metafora della violenza sulle donne, argomento ahimè molto attuale. Alcuni uomini sono così intimoriti dal potere delle donne che preferiscono “eliminarle”. Il messaggio finale di Stryx è che tutte le donne sono “streghe”, poiché ogni donna detiene un potere particolare dentro di sé. E’ un libro molto femminista. 


Presto nel blog si parlerà anche del tuo nuovo racconto “Zelda”. Intanto puoi raccontare qualcosa tu e presentarlo? 

Ho scritto Zelda per tutti quelli che hanno amato Stryx. E’ un racconto destinato a un pubblico più giovane, una fiaba che avevo in cantiere. Ecco la trama: Quando Zelda riapre gli occhi, dopo aver perduto un duello a colpi di magia, si ritrova in un corpo che non è il suo. Non ha più i capelli biondi ma neri e striati di viola; indossa abiti new gothic e non i suoi soliti jeans scoloriti. Sheila, che un tempo era la sua migliore amica, ha deciso di scambiare le loro vite. Mentre è immobilizzata e in attesa di morire, Zelda ricorda il giorno in cui i poteri magici si sono manifestati: il suo sedicesimo compleanno. Non avrebbe mai immaginato di dover lottare contro la magia nera di Salem, per il rispetto di se stessa e per Paul, l'unico ragazzo mortale che l'abbia mai amata. Zelda è una fiaba urban fantasy che evoca lo stesso stile incantato e leggero dei racconti delle fate; una storia che alterna momenti di tenerezza, di azione e di coraggio. L'esperienza di una ragazzina come tante, davanti a un bivio decisivo, che scopre quanto sia difficile crescere. 


Quali sono i tuoi prossimi progetti? Magari un seguito di Stryx? 

Il mio prossimo libro è un paranormal romance gotico vittoriano sugli angeli dannati, ambientato a Londra nel 1894. E’ la storia di Emily, una ragazza diciottenne, debole di salute, timida, e di estrazione aristocratica. Si troverà coinvolta in una serie di omicidi a sfondo paranormale. La trama è molto più dark e sensuale di Stryx. Mi son ispirata a Jack Lo Squartatore, Il ritratto di Dorian Gray e La bella e la bestia. Curiosi? ;) Piacerà tantissimo agli amanti del paranormal e del gotico, perché la trama è fitta e intricata, piena di colpi di scena che lasceranno spiazzato il lettore! 


Quale consiglio daresti a un autore esordiente? 

Consiglio di non pubblicare mai a pagamento e di aspettare, con umiltà. La maggior parte degli autori dopo il primo libro, magari autopubblicato su Amazon, si sente già arrivata, invece in questo lavoro non si finisce mai di crescere. 


Ho letto che la tua tesi di laurea riguarda l’impatto del fantastico nella vita quotidiana a partire dall’infanzia e il tema mi interessa molto. Come interagisce il nostro io con l’aspetto irreale e fantastico? Ci sono dei vantaggi e degli svantaggi? 

Ovviamente non posso sintetizzare in poche righe la mia tesi di laurea, dirò il necessario: ognuno di noi, fin dall’infanzia, ha innato il senso del perturbante, del fantastico, basta pensare ai bambini che hanno paura del buio ma che sono attratti dalle storie dell’orrore. Il nostro io rispecchia le nostre paure nel mondo reale. Poniamo il Soldatino di stagno di Andersen: a chi non è capitato di sentirsi osservato da una bambola di porcellana, da un giocattolo, nella penombra della stanza? Cerchiamo di affrontare le nostre paure riflettendole nella vita reale. Grazie mille per la tua disponibilità. 

Grazie a te Francesca, saluto tutti i lettori del tuo blog e ricordo che stralci delle mie opere sono disponibili gratuitamente nel mio blog www.conniefurnari.blogspot.it 

Grazie a te Connie per l'intervista! :-) 


L'autrice

Connie Furnari è nata a Catania, il 6 Dicembre del 1976. Si è laureata in Lettere con una tesi di psicanalisi freudiana sul “racconto perturbante”: un’analisi su come il fantastico interagisca nella vita reale, in modo diverso da persona a persona, fin dalle fiabe dell’infanzia. Ha vinto numerosi premi con le sue poesie e ha pubblicato racconti in diverse antologie. Scrive per la rivista on line Fantasy Planet e aderisce a numerosi siti letterari. Da sempre appassionata di scrittura e di cinema, vive tra centinaia di libri e dvd; adora leggere, disegnare fumetti manga e dipingere quadri a olio mentre ascolta musica classica. Scrive fiabe per bambini, fantasy, urban fantasy e paranormal romance. 



I blog di Connie: 

http://www.stryxilmarchiodellastrega.blogspot.it/
http://www.conniefurnari.blogspot.it/

venerdì 20 settembre 2013

Recensione: “Stryx. Il Marchio della Strega” di Connie Furnari

Scrivere un romanzo sulle streghe non è cosa facile. Sembra assurdo ma, a pensarci bene, è la verità. L’argomento è stato affrontato da artisti di tutto il mondo, filtrato dalle epoche in cui vissero, dai diversi atteggiamenti psicologici riguardo una parte della Storia tanto oscura quanto complicata, dai mille risvolti, dalle sfumature talvolta impercettibili. 

Qualcuno ha perfino banalizzato la figura della strega, riducendola a un cliché che, per sua natura, è vuoto e inconsistente. Connie Furnari non lo ha fatto. “Stryx. Il Marchio della Strega” è la prova che si può ancora parlare di streghe senza ridicolizzarle e affrontando la questione da punti di vista inediti, con uno stile fresco e travolgente che tiene incollato il lettore al romanzo. 

La bravissima autrice è un’italiana doc e ci tengo a dirlo. Il lettore, anzi, mi perdonerà se mi permetto di aprire una piccolissima parentesi sulla genialità degli autori di casa nostra, che nulla hanno da invidiare agli stranieri. Talvolta mi è capitato di ascoltare persone che non credono negli scrittori italiani, ritenendo che solo un americano, ad esempio, “sappia” scrivere qualcosa di emozionante sulle streghe di Salem

Tali pareri lasciano il tempo che trovano, ma è confortante sapere che si possono smentire con una prova inconfutabile: l’intrigante “Stryx” di Connie Furnari. La giovane strega Sarah (giovane si fa per dire, visto che ha trecento anni chiusi in un corpo di diciassettenne all’apparenza normale) è la protagonista di questa storia avvincente. 

Tornata a Salem con il desiderio di vivere una vita il più tranquilla possibile, si troverà a fronteggiare una serie di inspiegabili delitti in cui le vittime recano impressa una “S”, cioè il marchio della strega, “Stryx” per l’appunto. L’antica Salem torna a vivere e a respirare l’odore acre dei roghi, trascinandosi dietro l’inquietante e minaccioso fardello della superstizione, della mortale separazione tra streghe e cacciatori in cui è evidente l’evoluzione del ruolo della donna attraverso i secoli. Insieme a Sarah c’è la turbolenta, insolente, sfrontata, sempre sopra le righe e per questo simpatica sorella Susan, che definire combinaguai è puro eufemismo. 

Le due ragazze si completano a vicenda e rappresentano due diversi ideali di strega e di donna: Sarah è seria, costantemente in tensione con se stessa, una vera pensatrice, quasi una teorica della magia e della stregoneria “applicata” alla femminilità. Il suo personaggio deriva dall’archetipo di saggia madre delle streghe (e delle donne) che si pone le grandi domande che riguardano la sua missione ed è depositaria di un sapere antico, tutto femminile e, per questo, da alcuni considerato pericoloso. 

Susan, pur essendo esperta di magia tanto quanto sua sorella, non è ancora una strega a tuttotondo, poiché le manca l’aspetto della maturità, tratto principale della caratterizzazione di Sarah. 

Volendo ricollegarci al cammino ciclico della Luna, potremmo dire che Sarah rappresenta la fase di Luna Piena, perfetta, sfolgorante, completa; Susan, invece, quella crescente, in continuo divenire, bisognosa di un equilibrio “magico” ed esistenziale che troverà col tempo. 

La narrazione è ricca di colpi di scena, in un’alternanza tra passato e presente che non destabilizza il lettore, ma lo rende partecipe di un passato che può aiutarlo a comprendere meglio la psicologia dei diversi personaggi. 

Lo stile è veloce, scattante, agile ed armonico come il passo di un gatto che si accoccola sul grembo della sua padrona intenta a sfogliare un grimorio tra pozioni e sacchetti d’erbe, in una atmosfera che non incute timore, ma rispetto verso un’antica sapienza. I personaggi sono ben caratterizzati, non ci sono contraddizioni né stacchi bruschi neppure in quelli, come Susan e Sarah che vivono una doppia vita, umana e magica. 

“Stryx. Il Marchio della Strega” è un romanzo d’amore, di Storia, avventura e magia eccellente di un’autrice talentuosa, di cui non vedo l’ora di scoprire nuove opere

Complimenti Connie, continua così, hai la capacità di trasportare il lettore nel modo della fantasia e, nello stesso tempo, di farlo riflettere. Non è da tutti.

Vi consiglio di leggerlo, perché ci troverete non solo la storia di una delle più cruente persecuzioni perpetrate da mano umana (e maschile), ma anche un monito per situazioni purtroppo attuali. 

Siamo davvero liberi dall’intolleranza? Possiamo davvero dire di aver raggiunto la parità dei sessi? Temo che dovremo lavorarci ancora a lungo… 


Il Libro

Titolo: Stryx. Il marchio della strega 

Autore: Connie Furnari 

Editore: Edizioni della Sera 

Prezzo: 12,00 euro 

Pagine: 292 

Anno di pubblicazione: 2011








Trama 

Dopo aver vissuto in Inghilterra, Sarah, una potente strega, torna a Salem decisa a ricominciare una nuova vita senza la magia. Inaspettatamente, giunge la sorella minore, Susan, strega intrigante e perversa che ha scelto di passare al lato oscuro per la sete di potere, determinata a sconvolgere l'esistenza di Sarah e degli ignari studenti del liceo di Salem. La vita scolastica si rivela fin da subito molto più dura del previsto. L'unico apparentemente interessato a conoscerla è un giovane dai grandi occhi grigioazzurro, Scott, il solo ad essere in grado di risvegliare in lei antichi sentimenti che credeva ormai essere assopiti. Ma Salem ben presto comincerà ad essere sconvolta da numerosi delitti inspiegabili, il cui unico filo conduttore sarà un marchio a forma di "S" posto sulle vittime. Le strade della cittadina diventano pericolose trappole mortali, e a Sarah non resterà altro che affrontare il suo oscuro passato per poter salvare le altre giovani streghe e se stessa. 

 
L’Autrice 

Connie Furnari è nata a Catania, il 6 Dicembre del 1976. Si è laureata in Lettere con una tesi di psicanalisi freudiana sul “racconto perturbante”: un’analisi su come il fantastico interagisca nella vita reale, in modo diverso da persona a persona, fin dalle fiabe dell’infanzia. Ha vinto numerosi premi con le sue poesie e ha pubblicato racconti in diverse antologie. Scrive per la rivista on line Fantasy Planet e aderisce a numerosi siti letterari. Da sempre appassionata di scrittura e di cinema, vive tra centinaia di libri e dvd; adora leggere, disegnare fumetti manga e dipingere quadri a olio mentre ascolta musica classica. Scrive fiabe per bambini, fantasy, urban fantasy e paranormal romance.

giovedì 29 agosto 2013

Intervista Impossibile: donne medico

Questo articolo è un piccolo esperimento del blog Divine Ribelli. Con ogni probabilità dovrà essere rivisto, modificato, ci saranno diversi tentativi, come è prassi per tutti gli esperimenti, ma parte dalla voglia di tentare di spiegare la Storia in modo diverso. 
Le interviste “impossibili” con personaggi non più presenti tra noi hanno un percorso di tutto rispetto alle spalle e prevedono un buon grado di immedesimazione con le personalità intervistate. 
Inoltre, data la natura “impossibile” dell’intervista, la lingua usata per convenzione sarà sempre l’italiano, eccezion fatta per la citazione di titoli o passaggi di opere che avranno, comunque, la traduzione tra parentesi. Per questa prima volta si parte con tre donne con una diversa concezione della Medicina e del ruolo femminile in questa scienza. 
La prima è Trotula De Ruggiero, vissuta nell’XI secolo, la seconda un personaggio letterario, cioè Fiamma, la protagonista de “Il Cerusico” racconto di Alexia Bianchini.
L’ultima, invece, è Mary Putnam Jacobi, americana, che lottò tutta la vita per l’affermazione delle donne in campo medico. Tre figure non scelte a caso, ognuna rappresenta, infatti, un’epoca diversa e, quindi, un modo differente di pensare la vita e la Medicina. 


Ora lasciamo che le nebbie della Storia si diradino e incontriamo Trotula De Ruggiero. Trotula ha lo sguardo acceso di passione in un corpo fiero, che si muove con la tranquillità di chi sa sempre ciò che deve fare e non conosce rassegnazione. Nasce a Salerno da una famiglia nobile, intraprende gli studi di Medicina e, per tutta la vita, opera nella più prestigiosa istituzione medica del Medioevo, la Scuola Medica Salernitana. Sposa Giovanni Plateario, altro insigne dottore e i loro due figli proseguono con successo il cammino intrapreso dai genitori. 

La vostra opera più famosa e prestigiosa, "De Passionibus Mulierum ante et in post Partum" (Sulle Malattie delle Donne prima e dopo il Parto), viene considerata, ancora oggi, “l’atto di nascita” della Ginecologia e dell’Ostetricia, talmente innovativa nei contenuti da scatenare un dibattito appassionato sulla sua attribuzione e nel quale studiosi illustri si sono spinti perfino a negare la vostra esistenza. Parlateci di questo trattato. In cosa consiste il De Passionibus? 

In verità scrissi molto, negli anni che mi fu concesso vivere. Trattati legati alla femminilità, ai momenti cruciali nella vita delle donne, come il parto per esempio. Grazie ai miei studi, ho potuto constatare che l’uomo e la donna sono esseri complementari, benché naturalmente differenti. L’essenza maschile, infatti, è calda e asciutta, quella femminile fredda e umida. Ciò reca in sé vantaggi e svantaggi. Per la donna, proprio a causa della sua debolezza fisica e la mancanza di calore in grado di dissolvere gli umori nocivi, è molto importante non sottovalutare la regolarità del mestruo e l’equilibrio fisico e morale che anche da esso dipende. Le malattie degli organi riproduttivi potrebbero essere la conseguenza di un bilanciamento imperfetto tra corpo e mente, ma non dobbiamo dimenticare che la sterilità può dipendere sia dall’uomo che dalla donna. Qualunque altra teoria in merito non può che essere errata. Nella mia opera spiego tutto questo, soffermandomi anche sui metodi per evitare le gravidanze e dando ampio spazio a consigli per la cura del neonato e della madre. Quest’ultima, infatti, non deve mai tralasciare le attenzioni verso il corpo, dalla pelle ai capelli, dalla dentatura alle mani. La femminilità e la maternità sono, in questo modo, valorizzate. Guai a svilirle! Ne andrebbe dell’equilibrio a cui accennavo prima. Per quanto concerne l’attribuzione della mia opera, nel mio tempo non era inusuale che le donne si occupassero di malattie e rimedi, parti e cosmesi, raggiungendo elevati livelli di sapere. Non solo l’inclinazione alla cura è nella loro natura, ma non c’è nulla che le donne non possano fare con una adeguata preparazione e tanta tenacia. Devono solo imparare a conoscere il loro corpo. Esso darà le risposte. 


Trotula fu una donna davvero determinata, ma il prossimo personaggio, Fiamma, non è da meno. Uscita dalle pagine della sua storia, di cui già vi ho parlato, guarda Trotula allontanarsi verso il passato con ammirazione e un po’ di perplessità. Tutto normale, dal momento che le due sono figlie di tempi diversi, ma forse è il caso che mi avvicini per capire un po’ meglio a cosa sta pensando. Spero tenga buona la sua natura di lupo per un po’ ma, se dovessi tardare un po’, chiamate aiuto per favore. 

Fiamma, a te darò del tu, perché mi sembra di conoscerti da sempre. Mi accade spesso con
i personaggi letterari che amo. So che ci incontreremo di nuovo quando la tua “mamma letteraria” Alexia Bianchini, tornerà a farti rivivere in una nuova storia ma, per ora, spiegami la tua perplessità riguardo le parole di Trotula. Tu sei un cerusico in un’epoca di caccia alle streghe, un momento storico difficile per le donne e non solo. Spiegaci meglio, tu che lo hai vissuto. 

Per quella medichessa sembra tutto semplice! Ma non è così nel mio mondo. Sono costretta a fingermi uomo per esercitare la professione che mi venne insegnata da mio padre, anch’egli cerusico. Non posso fidarmi di nessuno e non solo per la mia natura metà umana e metà bestiale. Intorno a me vedo cieca ignoranza, superstizione, uomini a cui è stato inculcato che la donna è un essere inferiore, demoniaco persino! Capace di ammaliare ma, in fondo, abietto e reietto. Gli uomini ci hanno tolto il sapere che custodivamo gelosamente nelle menti e nei corpi e nessuno mai, nell’epoca in cui vivo, accetterebbe di farsi curare da una donna. Prima le mie sorelle raccoglievano erbe alla luce della Luna per usarle come rimedi, ma non uno che osasse criticarle. Ora si ritiene che incontrino il maligno e raccolgano ingredienti per pozioni contro uomini, animali e raccolti. Quante altre donne dovranno morire in nome della superstizione? Perché si teme il nostro corpo, che pure al mondo persino chi ci manda al rogo? E’ così impura la donna da meritare torture e morte? Per questo sono perplessa. Il nostro sapere, radicato al corpo femminile, sembra non servire più a nulla e la tenacia, contraria alla sottomissione, ci porta dritte davanti all’inquisitore. Non ci resta che studiare di nascosto, indossare maschere per esercitare un mestiere che ci appartiene quasi fin dall’inizio dell’umanità. Ci hanno derubate della nostra essenza. Mi domando se finirà tutto questo.


Non posso dire a Fiamma che la sua epoca finirà e spariranno anche i tribunali dell’inquisizione. Non posso rivelarle che, purtroppo, esisteranno nuove forme di sottomissione nei confronti delle donne, alcune cruente tanto quanto le torture a cui lei ha accennato. Fiamma deve “vivere” i suoi giorni senza alcuna intromissione esterna ma secondo il volere della sua creatrice. Ma ecco che viene verso di me una figura autoritaria e altezzosa, una donna che sembra non conoscere mezze misure; Mary Putnam Jacobi (1842-1906), medico americano che lottò per l’affermazione delle donne in Medicina. Non aspetta neppure che le faccia la domanda, sa già cosa deve dire… 

Quella bella signorina che ha parlato prima di me ha tutta la mia comprensione. Ancora nel mio tempo la parità tra uomo e donna e tra dottore e dottoressa è molto lontana. Certo, che ovvietà, l’inquisizione è tramontata da un pezzo, grazie al Cielo, ma chissà quanta fatica servirà prima che il paziente capisca che non c’è alcuna differenza nel rivolgersi a un medico o a una “medichessa”. E lo stesso discorso vale per le famiglia che vogliono e possono far studiare i loro figli. Bisogna essere fermi nel ribadire che le donne sono uguali agli uomini e con una adeguata preparazione in campo scientifico possono fare ciò che vogliono. Guardate me. Ho studiato per anni, mi considerano una pioniera delle donne medico, ho approfondito la Medicina all’Ecole De Medicine di Parigi, ricevendo persino la medaglia di bronzo per la mia tesi. Ma sembra che non basti. Un uomo con il mio stesso percorso alle spalle, verrebbe elogiato e le porte di una illustre carriera gli si schiuderebbero immediatamente e, statene certi, non sarebbe solo merito dei suoi risultati accademici. Studiare ed essere un buon medico non mi ha impedito di avere una famiglia ed essere attenta e amorevole con i miei figli. E dice baggianate chi pensa che il ciclo mestruale sia debilitante per il fisico e la psiche delle donne e impedisca loro perfino di applicarsi allo studio! Che amenità! Sappiate che, poco prima di morire, ho scritto un trattato, un resoconto della mia malattia e vi assicuro che essere donna e per giunta malata, non mi ha impedito di conservare la lucidità e il giusto distacco dello scienziato. 


Che donne! Ognuna con una personalità ben definita, ognuna con qualcosa da insegnare. 
Chi ha detto che la Storia è noiosa?

lunedì 5 agosto 2013

Blog in ferie

Divine Ribelli si prende un po' di giorni di vacanza, un tempo per ultimare le letture, preparare i nuovi post e gli argomenti per i prossimi mesi. 
Si ripartirà a fine agosto con lo speciale sulle donne medico, promesso alcuni giorni fa sulla pagina fb del blog, ma con dei cambiamenti che vedrete. 
Non mi resta che augurarvi buone vacanze!

sabato 3 agosto 2013

Nilde Iotti

"Le cronache di tutti i giorni ci dicono di violenze di ogni genere all’interno e fuori della famiglia, nella società, compiute da anziani su giovani e bambini, da figli contro i genitori, come se si stesse diffondendo uno spirito di rivolta, contro i sentimenti e i valori della persona umana. Quale cultura sta generandosi, forse anche per i nostri ritardi? È con inquietudine che mi pongo queste domande". 
Nilde Iotti (1920-1999), tratto da "Parole e Scritti 1955-1998", Health Communication Editore, 2011

sabato 27 luglio 2013

Il Cerusico. Incipit

"Fiamma guardava Marcus dormire. La schiena nuda del giovane uomo la affascinava. Era all’oscuro su chi lei fosse in realtà. Temeva che se avesse scoperto chi si celava sotto le vesti del cerusico, si sarebbe spaventato. Aveva bisogno di lui, della sua presenza e del suo aiuto, ma lo ingannava da quando lo aveva acquistato come schiavo. Aveva timore di perderlo, sebbene fosse sua proprietà di diritto. Era bastato poco per innamorarsene. Marcus aveva l’animo nobile e lo sguardo fiero". 
Incipit tratto dal racconto "Il Cerusico" di Alexia Bianchini, La Mela Avvelenata BookPress, 2013

martedì 23 luglio 2013

L'Intervista: Alexia Bianchini

Ieri "Divine Ribelli" ha avuto il piacere di ospitare un racconto affascinante, "Il Cerusico", edito da "La Mela Avvelenata".  
Oggi è il momento di dedicare ampio spazio all'autrice, Alexia Bianchini


Cara Alexia, grazie per essere intervenuta su questo blog. Iniziamo subito con le domande.  Come è nato questo racconto? Dove hai trovato l’ispirazione e come ti sei documentata? 

È nato per la mia passione in merito al periodo storico più buio mai esistito. Spesso mi sono chiesta come le donne si sentissero, quali timori avessero che il giudizio le colpisse. Anche se eri innocente, spesso era inutile sfuggire a chi cacciava le streghe. Ecco che in questo racconto ho voluto dipingere positivamente le cosiddette “megere”, e mostrare il lato crudele dell’essere umano, che davanti a ciò che non conosce si deroga il diritto di infierire e soppesare. La protagonista, invece, non è una strega, ma come loro non può svelare la sua vera natura, né quando si veste da uomo per lavorare come cerusico, né quando il morso del lupo la investe di una maledizione terribile. Purtroppo, è triste dirlo, di materiale per documentarsi ce n’è a iosa. 


C’è qualcuno dei personaggi che ti assomiglia o senti più tuo? 

Forse Marcus. È genuino, schivo, eppure è la sua figura che sostiene Fiamma, che la sprona ad andare avanti. E io sono un po’ così, preferisco rimanere nell’ombra, ma esserci quando qualcuno ha bisogno. 


Quale messaggio hai voluto lasciare ai lettori attraverso “Il Cerusico”

Ci sono molte metafore celate fra le pagine. Di sicuro è un’ode alla donna del passato, quella che ha dovuto combattere contro la diffidenza, l’invidia, l’ignoranza, senza avere armi, se non la speranza che le cose sarebbero cambiate. Ho voluto raccontare una storia d’orrore e di amore, di razzismo e coraggio. Le maschere che tutti noi indossiamo, spesso celano una natura che fa più paura a noi, che al resto del mondo… ma è difficile mostrarsi, bisogna avere audacia. 


Come ho scritto nella recensione, il racconto è così bello che arrivare alla fine mi ha messo un po’ di malinconia, perché non avrei voluto lasciare così presto i personaggi. Hai mai pensato di farne un seguito o trasformarlo in un romanzo? 

Sì. Spero, molto presto, di avere un po’ di tempo da dedicare a Fiamma. 


Fiamma è un personaggio complesso, che si trova di fronte ad ostacoli enormi, ma non rinuncia a combattere. Credi che la sua condizione di donna che deve usare una maschera per farsi accettare e deve assumere dei comportamenti, oltre che degli abiti, maschili, possa essere accostata alla condizione delle donne oggi? 

Dire di no sarebbe un eufemismo, ma mi piace pensare che le cose siano cambiate. Oggi comunque non è più la “donna” a temere il giudizio, sono le persone che non si adeguano alla massa che vengono continuamente additate. 


Nel racconto ci sono dei momenti di tensione erotica, narrati con molta delicatezza. Cosa ne pensi del genere erotico oggi e dei nuovi autori che hanno intrapreso questa strada? 

Credo che l’eros debba esserci in ogni racconto, sia erotico che horror, se ci sono persone che si desiderano. Del resto appartiene a tutti noi, e non esiste vita senza la passione. L’importante è non trascendere nel volgare, ameno che non sia il genere a richiederlo. 


E’ nata da poco la tua casa editrice, La Mela Avvelenata, puoi parlarci di questa nuova realtà editoriale e dei suoi obiettivi? Come devono muoversi le nuove case editrici che sono circondate dai colossi che imperano nelle librerie? 

La Mela Avvelenata rappresenta la voglia di cambiare. Io e Daniela Barisone lavoravamo da alcuni anni per alcune case editrici, ma abbiamo avuto sentore di cambiamento nell’aria. Abbiamo deciso di metterci in gioco, a partire dalla distribuzione digitale, e dalla voglia di proporre autori emergenti e soprattutto italiani. Ad affiancarci ci sono persone in gamba, quali Anna Grieco, Ignazio Piacenti, Luigi Milani, Pellegrino Dormiente, Viola Lodato, Fiorella Rigoni, Letizia Loi. In più si stanno affiancando a noi, per valutazioni e letture finali, dei beta reader motivati e caparbi. 


Questa domanda è d’obbligo: quali consigli daresti a un aspirante scrittore? 

Di non smettere di scrivere, anche quando gli editori non rispondono alle mail. Bisogna fare tante ricerche e leggere moltissimo, possibilmente generi diversi. Ci vuole costanza, determinazione e soprattutto umiltà, perché chi si crede bravo ha difficoltà ad accettare consigli e farà fatica a migliorare i propri testi. Ci si può far conoscere anche attraverso i concorsi, sulla Mela ne trovate parecchi. Due cose da non dimenticare: 1 - Rileggete un sacco di volte il testo prima di inviarlo. 2 - Non pagate MAI per farvi pubblicare. 


Infine, quali progetti letterari hai in cantiere? Puoi anticiparci qualcosa? 

Sto scrivendo un mitologico a 6 mani, un horror con Luigi Milani, un sci-fi con Lorenzo Crescentini e devo finire i sequel dei miei libri.


Non vedo l'ora di leggerli :-)

lunedì 22 luglio 2013

Recensione “Il Cerusico” di Alexia Bianchini

Titolo: Il Cerusico 
Autore: Alexia Bianchini 
Casa editrice: La Mela Avvelenata 
Pagine: 28 
Prezzo: €0.99 
Formato: Epub, Mobi 
Data di Pubblicazione: 4 giugno 2013 

Trama 

Fiamma, mascherata da uomo per poter lavorare come cerusico, viene morsa da un lupo mannaro in una notte senza stelle. Non accetta la sua nuova natura e seda il suo lato oscuro grazie a un unguento magico. Affiancata da uno schiavo, ignaro della sua vera natura e del fatto che sia una donna, dovrà recarsi dalla strega per prendere una nuova dose di balsamo medicamentoso, ma si ritroverà ad affrontare un branco. 

L’autrice 

 Alexia Bianchini ha pubblicato per Ciesse edizioni Minon, con Fiorella Rigoni e Io vedo dentro Te, romanzo sci-fi. Nel 2012 è stata pubblicata l’antologia D-Doomsday, curata al fianco di Claudio Cordella. AlterEgo, raccolta di racconti cyberpunk, è edita da Edizioni Diversa Sintonia. I racconti Ali lacerate e La sposa putrescente, Il popolo perduto e Little Sallinghtown sono pubblicati nelle antologie di Del Miglio editore. Con le Edizioni Scudo sono disponibili
diversi racconti nei loro progetti antologici. Con GDS Edizioni ha pubblicato l’antologia SYMPOSIUM, di cui è curatore. Sono disponibili in e-book le novelle Sibilla, visioni di morte e Il cerusico, due racconti horror. E stata selezionata per il concorso Terre di Confine con il racconto Invalicabile, nel concorso steampunk per Scrittevolmente.com e con un racconto horror per Asylum 100. Il racconto Amici di sangue è stato pubblicato sulla rivista Dark. Con EDS, per le SCRITTURE ALIENE sono usciti diversi racconti di fantascienza. È presente anche nell’antologia Creatori di Universi, della stessa CE, con il racconto Le streghe del Prisma. Curatore di collana per Ciesse Edizioni. È direttore del webmagazine Fantasy Planet, fa parte della squadra che compone ST-Books, nuovo marchio editoriale della GDS nato dal sito di Scrittevolmente.com Con La mela avvelenata ha pubblicato Stuck Off! 

Per saperne di più 

Il sito di Alexia Bianchini 

La scheda del racconto sul sito della casa editrice "La Mela Avvelenata". 

Recensione

La storia di Fiamma, costretta a travestirsi per esercitare la professione di chirurgo, tramandatale dal padre come eredità non solo professionale, ma anche esistenziale, non è solo il nucleo su cui si basa questo interessantissimo racconto horror dalle venature magiche, ma qualcosa di più. 

La protagonista ha appreso l’arte medica fin dalla più tenera età e, una volta persi i genitori in modo drammatico, sono proprio le sue capacità a permetterle di sopravvivere. Sono una parte della sua vocazione e della sua natura

Dico una parte, perché l’altra è ben più oscura e terrificante. Fiamma, infatti, è stata morsa da un lupo mannaro e la sua vita è, ormai, in bilico tra la ragione umana e l’istinto animale. E’ una donna, sola al mondo, un cerusico e un lupo; per nascondere la sua indole bestiale ha bisogno di una pozione in grado di smorzarne gli effetti. Per celare il fatto di essere una donna, ha bisogno di una maschera. 

L’unguento e il travestimento sono gli elementi che le permettono di camuffarsi e, quindi, di sopravvivere in un mondo che non potrebbe mai accettare una donna chirurgo e sarebbe atterrito da un essere umano per metà animale.

L’epoca in cui vive Fiamma non accetta alcun tipo di diversità e teme le donne e il potere insito nel loro corpo capace di generare vita, proteggere, allevare e curare. E’ l’epoca della caccia alle streghe e della feroce superstizione che fa ammutolire la ragione e prevaricare la violenza sorda e cieca. 

La protagonista è molto ben caratterizzata; non è un’eroina, ha fragilità che tenta di nascondere, incertezze che non sa colmare e un sentimento a cui non può opporsi. Marcus, il giovane e intraprendente aiutante del cerusico, non sa che sotto le vesti maschili che conosce così bene da non farci neanche più caso, si cela, in realtà, una giovane bellissima e perdutamente innamorata di lui

Marcus potrebbe accettare le sue bugie? Comprenderebbe le ragioni che hanno spinto Fiamma a confondersi in una sorta di gioco di specchi in cui il suo riflesso è sempre lì, davanti agli occhi del ragazzo, eppure inafferrabile, mortificato da panni maschili oltre i quali l’occhio non sa guardare?

 “Il Cerusico” è un racconto horror sulla diversità, sulla menzogna, ma anche sull’incapacità umana di guardare oltre le apparenze, di capire dove si nasconda (il verbo è azzeccato) la vera immagine dell’uomo e della donna, sotto le sembianze di lupo, di chirurgo o di strega. Il mondo descritto nel racconto è scisso tra la parte maschile, dominante, rappresentata dai lupi mannari, emblema della forza e del predominio degli uomini, con gli attributi della guerra, del sangue e della violenza e quella femminile di cui è simbolo la stupenda Fiamma. 

Qui, però, dobbiamo fermarci: Fiamma non è solo una donna, ma anche un lupo. La sua stessa identità è scissa e raccoglie sia la natura maschile che quella femminile. Quasi la protagonista fosse una raffigurazione che possiede attributi di donna come la bellezza, la sinuosità delle forme, la delicatezza, uniti a quelli di uomo, cioè il comando, la ragione, l’inclinazione alla lotta e al potere, la scienza. Il motivo di questa scissione che, però, si combina bene nel suo personaggio trovando, infine, un equilibrio particolare, è molto semplice: Fiamma ha osato valicare il confine tra il mondo degli uomini e quello delle donne, attraverso la medicina, ormai in mani maschili

Attenzione: la scissione e gli attributi di cui vi parlo, vanno letti nel contesto del racconto e dell’epoca in cui è ambientato e, quindi, della mentalità di quel particolare momento storico. Oggi le cose, per fortuna, sono notevolmente cambiate, anche se tanta strada resta da fare, ma le donne sono coraggiose e spero di non dover puntualizzare il fatto che una donna può essere bella, avere una famiglia e una carriera e una buona attitudine al comando, che merita tutto e può fare qualunque cosa voglia. 

Un’ultima considerazione sul racconto: l’attualità. Non è strano, infatti, che un’opera horror parli della realtà di oggi, che la spieghi o la critichi. Eppure c’è ancora chi pensa che storie di questo tipo nascano e muoiano nell’arco delle pagine in cui sono narrate. Niente di più sbagliato. 

“Il Cerusico”, infatti, descrive la diversità, che spesso, ancora ai nostri giorni, non è né capita né accettata, il percorso esistenziale di una donna che vuole esprimere se stessa in base a ciò che sa fare meglio e che ha appreso con amore (Vi dice niente? Qui ci ricolleghiamo al discorso fatto qualche riga più sopra). 

Ma questa è anche una storia sulla finzione, sulle maschere che, ci piaccia o no, almeno una volta nella vita tutti indossiamo, magari anche solo per proteggerci o per far piacere a un’amica a cui teniamo tanto e che mai vorremmo ferire. 

“Il Cerusico” è un racconto sulle diverse sfumature della libertà che, forse, ancora dobbiamo conquistare nella sua interezza. 

Lo stile di Alexia Bianchini è trascinante, i personaggi sembrano vivi e, alla fine, dispiace di dover lasciar andare Fiamma, Marcus, i lupi e tutti coloro che popolano un mondo fantastico, ma assolutamente ancorato alla realtà. 

Ve lo consiglio, leggetelo. Non ve ne pentirete assolutamente.

sabato 20 luglio 2013

Million Dollar Baby

"Non posso vivere così, Frankie. Non dopo quello che ho fatto. Ho girato il mondo. Il pubblico ha inneggiato al mio nome, beh, più che al mio nome al soprannome che mi ha dato lei, però tifavano per me. Sono apparsa sui giornali. Chi avrebbe mai potuto immaginarlo.. Quando sono nata pesavo un chilo e cento scarsi, mio padre diceva sempre che avevo lottato per venire al mondo e che avrei lottato fino alla morte. È quello che voglio fare, ma non voglio lottare contro di lei. Ho avuto quello che volevo. Ho avuto tutto. Non permetta che mi venga portato via. Non mi lasci sdraiata qui finché non sentirò più la voce dei miei tifosi". 
Maggie Fitzgerald-Hilary Swank nel film "Million Dollar Baby", (2004)

sabato 13 luglio 2013

Simone Weil

"La meditazione sul caso che ha fatto incontrare mio padre e mia madre è ancor più salutare di quella sulla morte. C'è forse una sola cosa in me che non abbia la sua origine in quell'incontro? Solo Dio. E anche la mia idea di Dio ha origine in quell'incontro". 
Simone Weil (1909-1943)

sabato 6 luglio 2013

Citazioni: The Help

"Il coraggio non sempre equivale a prodezza. Il coraggio è avere l'ardire di fare ciò che è giusto, malgrado la debolezza della nostra carne". 
Dal film "The Help" di Tate Taylor (2011)

venerdì 5 luglio 2013

"La Spada di Allah" da oggi

Oggi è il giorno della pubblicazione del racconto "La Spada di Allah". Spero che vi piaccia e sentitevi liberi di esprimere i vostri pareri anche su questo blog. 
Grazie :-) 

Dati del libro

Titolo: "La Spada di Allah" 
Autore: Francesca Rossi 
Casa editrice: "La Mela Avvelenata" 
Formato: ebook, epub 
Dimensione: 114,2 KB 
Prezzo: 0,99 euro 












Sinossi 

Cosa sarebbe accaduto se l'Impero Ottomano avesse conquistato Vienna, in quel fatidico 11 settembre 1683, quale sarebbe stato il destino del mondo? 

9 settembre 1683. L'esercito ottomano tiene sotto assedio Vienna, la "Mela d'Oro", deciso a conquistarla e a penetrare, attraverso essa, nel cuore dell'Europa. Alla battaglia decisiva, da cui dipenderà il corso della Storia, mancano ormai poche ore. Il sultano, però, non è ancora sicuro di voler scatenare una guerra. Il suo prudente piano politico è in aperto contrasto con quello del suo consigliere Ibrahim, in realtà un jinn mosso dalla sfrenata ambizione e dalla sete di potere. Quest'ultimo riesce, grazie ai suoi poteri e all'alleanza con Sharif, il crudele figlio del sultano, a prendere in mano le sorti della Sublime Porta e della battaglia di Vienna, portando l'Islam a dominare il mondo. Si apre un'epoca di crudeltà ed incertezza, poiché il messaggio della religione musulmana viene traviato e modellato sulla ferocia dei nuovi padroni. Solo un'arma può uccidere il potente jinn Ibrahim: la spada di Allah. Impossessarsene, però, è un'impresa impossibile. Sarà il coraggioso Abdallah a rischiare la vita per salvare la sua amata Noor, vittima degli incantesimi di Ibrahim e liberare il mondo dall'oppressione, ristabilendo la pace ed il vero messaggio dell'Islam. Per riuscirci, però, dovrà fare i conti con la sua coscienza...

domenica 30 giugno 2013

Novità

Buona domenica :-) 
Ho il piacere di condividere con voi le novità riguardanti la pubblicazione delle prime antologie e dei racconti che mi vedono in veste di autrice

Sono storie di "ambientazione arabo-islamica" e in una di queste c'è anche una figura femminile determinata, benché travolta da eventi più grandi di lei.  

Di seguito vi segnalo tutti i link che riguardano questi racconti (tutti sul mio blog "La Mano di Fatima") e la mia pagina fb nata da poco, che ha bisogno di tutti voi per crescere. 

Spero che le mie storie vi piacciano e grazie per il vostro fondamentale sostegno.









I racconti sono in formato ebook, disponibili su tutti gli store online, ma l'antologia "50 Sfumature di Sci-Fi" è disponibile anche in cartaceo per "Edizioni GDS".

sabato 29 giugno 2013

Margherita Hack

"Noi stessi, esseri umani, siamo il risultato dell'evoluzione stellare, siamo fatti della materia degli astri". 
Margherita Hack (1922- 29 giugno 2013)

Margaret Mitchell

"La lotta è come lo champagne. Va alla testa dei vigliacchi come a quella degli eroi. Uno stupido qualsiasi può essere coraggioso sul campo di battaglia quando l'alternativa è tra essere coraggiosi o essere ammazzati". 
Margaret Mitchell (1900-1949)

sabato 22 giugno 2013

Citazioni. Claudia Cardinale

"Un attore deve essere emozionalmente disponibile. Non può lasciarsi sommergere dai problemi, dalla sua storia personale. Si deve arrivare «vergini» e accettare l'avventura: lasciarsi guidare dal regista su una terra sconosciuta, senza temere il pericolo". 
Claudia Cardinale (1938), tratto dal libro "Le Stelle della mia Vita", 2006).

venerdì 21 giugno 2013

Pupetta. Il Coraggio e la Passione

Prima di scrivere una recensione su questa fiction ho voluto guardarla tutta, con attenzione e senza pregiudizi, per poter essere il più obiettiva possibile. 

Le donne e la camorra, un argomento scottante, su cui si è scritto e detto tantissimo e secondo diversi punti di vista. Donne che sono state vittime dell’antistato o veri e propri capi, che hanno preso in mano le redini degli “affari”. Oppure entrambe le cose.

Di certo se si decide di affrontare una questione tanto complessa quanto scottante, si deve avere in mente un obiettivo. Cosa si vuole dire? Quale messaggio deve passare attraverso la storia? In che modo si sceglie di raccontare? 

Su questo punto la fiction interpretata da Manuela Arcuri deve migliorare. Mi spiego meglio: la vicenda è liberamente e parzialmente tratta dalla vita di Assunta Maresca e questo ha suscitato polemiche. Raccontare o tacere? E’ giusto parlare della vita di una donna legata alla camorra? 

Andiamo per gradi ed usciamo fuori, per un momento, dall’ambito di questa fiction; non c’è
nulla di male nel raccontare le vicende di antieroi o di personaggi totalmente negativi. Si conosce il mondo non solo scoprendone il bene, ma anche il male.

Si può imparare attraverso gli aspetti positivi, ma anche negativi della vita. Dobbiamo essere preparati, per esempio, a vedere film su Madre Teresa di Calcutta, ma anche su Hitler ed il ragionamento alla base è lo stesso: nel primo caso conosciamo l’esistenza di un simbolo positivo, un grande personaggio storico che ha lasciato molti insegnamenti in eredità al mondo. Nel secondo caso facciamo una conoscenza “in negativo”. Come a dire: “Guardate ciò che non deve più succedere”. 

Il bene ed il male, da questo punto di vista solo complementari e formano il tutto che dobbiamo conoscere per sapere da che parte andare. Nella fiction “Pupetta. Il Coraggio e la Passione” la questione è più complicata. 

Si è scelta la via di mezzo, raccontando e romanzando, facendo della protagonista una sorta di eroina all’inizio del tutto positiva che, per sopravvivere ed ottenere giustizia, inizia ad usare la stessa strategia e le stesse armi dei suoi nemici, che li “combatte” dall’interno. La letteratura è piena di personaggi simili, ma la domanda è: cosa si voleva raccontare? La vita di Assunta Maresca o di un’altra donna che non esiste? In questa fiction c’è l’eco di Pupetta, ma non c’è Pupetta.

Mi si obietterà che era proprio ciò che volevano i produttori e gli sceneggiatori, solo accostarsi alla sua vita ma non penetrarvi. Vi rispondo anche che non c’è nulla di strano nel far ciò e, anzi, è già stato fatto. Tutto dipende dal “come” e dal “perché”. 

Ho l’impressione che in questo caso non si sia voluto osare abbastanza. Si prevedevano le polemiche, certo, ma come non ricordare fiction quali “Il Capo dei Capi” in cui un pezzo di storia mafiosa era narrato in tutt’altro tono, con tutt’altro vigore che in Pupetta, invece, manca?

Gli ottimi spunti, che sono disseminati in tutta la fiction, non sono stati utilizzati e “lavorati”
bene. Il prodotto finale è un ibrido che non ha una “personalità” completa. Peccato, perché “Pupetta” non è una fiction da buttar via.

Nonostante una sceneggiatura inadeguata e debole in alcuni punti, l’uso del dialetto napoletano non sempre corretto, (lo “stacco” tra i veri napoletani, reali parlanti di questo splendido dialetto e coloro che lo hanno imparato per queste riprese, era fin troppo evidente) ed alcuni personaggi che potevano essere caratterizzati meglio. 

Per quanto riguarda la recitazione, quasi tutto il cast poteva dare di più, Manuela Arcuri per prima. Bisognava mostrare delle “facce” non dei bei volti, mimica non semplici espressioni. Si doveva sentire l’essenza della napoletanità, ci voleva più passione. 

Sembra che sia già in programma un seguito della fiction. Forse tutti i punti deboli verranno rafforzati. Lo spero.

sabato 15 giugno 2013

Aforismi

"Forse era una prigionia necessaria. Essa mi ha permesso di capire chi è Dio, di stabilire una relazione con Lui, con molta ammirazione, molto amore ma, soprattutto, comprendendo chi è, attraverso la Sua parola". 
Ingrid Betancourt (1961)

sabato 8 giugno 2013

Kuki Gallmann

"...Perché l'unica cosa che vince la barriera della morte è l'amore". 

Kuki Gallmann (1943) (Frase tratta dall'introduzione all'opera "Il Colore del Vento, Diario d'Africa 1974-1984", Mondadori, 1995)

sabato 1 giugno 2013

Liz Taylor-Cleopatra

"II tempo non è mai ragionevole, Cesare, il tempo è nostro nemico. Vuoi che lo conquisti per te? Che piano di battaglia suggerisci?" 
(Frase pronunciata da Liz Taylor nel film "Cleopatra", 1963)