martedì 23 luglio 2013

L'Intervista: Alexia Bianchini

Ieri "Divine Ribelli" ha avuto il piacere di ospitare un racconto affascinante, "Il Cerusico", edito da "La Mela Avvelenata".  
Oggi è il momento di dedicare ampio spazio all'autrice, Alexia Bianchini


Cara Alexia, grazie per essere intervenuta su questo blog. Iniziamo subito con le domande.  Come è nato questo racconto? Dove hai trovato l’ispirazione e come ti sei documentata? 

È nato per la mia passione in merito al periodo storico più buio mai esistito. Spesso mi sono chiesta come le donne si sentissero, quali timori avessero che il giudizio le colpisse. Anche se eri innocente, spesso era inutile sfuggire a chi cacciava le streghe. Ecco che in questo racconto ho voluto dipingere positivamente le cosiddette “megere”, e mostrare il lato crudele dell’essere umano, che davanti a ciò che non conosce si deroga il diritto di infierire e soppesare. La protagonista, invece, non è una strega, ma come loro non può svelare la sua vera natura, né quando si veste da uomo per lavorare come cerusico, né quando il morso del lupo la investe di una maledizione terribile. Purtroppo, è triste dirlo, di materiale per documentarsi ce n’è a iosa. 


C’è qualcuno dei personaggi che ti assomiglia o senti più tuo? 

Forse Marcus. È genuino, schivo, eppure è la sua figura che sostiene Fiamma, che la sprona ad andare avanti. E io sono un po’ così, preferisco rimanere nell’ombra, ma esserci quando qualcuno ha bisogno. 


Quale messaggio hai voluto lasciare ai lettori attraverso “Il Cerusico”

Ci sono molte metafore celate fra le pagine. Di sicuro è un’ode alla donna del passato, quella che ha dovuto combattere contro la diffidenza, l’invidia, l’ignoranza, senza avere armi, se non la speranza che le cose sarebbero cambiate. Ho voluto raccontare una storia d’orrore e di amore, di razzismo e coraggio. Le maschere che tutti noi indossiamo, spesso celano una natura che fa più paura a noi, che al resto del mondo… ma è difficile mostrarsi, bisogna avere audacia. 


Come ho scritto nella recensione, il racconto è così bello che arrivare alla fine mi ha messo un po’ di malinconia, perché non avrei voluto lasciare così presto i personaggi. Hai mai pensato di farne un seguito o trasformarlo in un romanzo? 

Sì. Spero, molto presto, di avere un po’ di tempo da dedicare a Fiamma. 


Fiamma è un personaggio complesso, che si trova di fronte ad ostacoli enormi, ma non rinuncia a combattere. Credi che la sua condizione di donna che deve usare una maschera per farsi accettare e deve assumere dei comportamenti, oltre che degli abiti, maschili, possa essere accostata alla condizione delle donne oggi? 

Dire di no sarebbe un eufemismo, ma mi piace pensare che le cose siano cambiate. Oggi comunque non è più la “donna” a temere il giudizio, sono le persone che non si adeguano alla massa che vengono continuamente additate. 


Nel racconto ci sono dei momenti di tensione erotica, narrati con molta delicatezza. Cosa ne pensi del genere erotico oggi e dei nuovi autori che hanno intrapreso questa strada? 

Credo che l’eros debba esserci in ogni racconto, sia erotico che horror, se ci sono persone che si desiderano. Del resto appartiene a tutti noi, e non esiste vita senza la passione. L’importante è non trascendere nel volgare, ameno che non sia il genere a richiederlo. 


E’ nata da poco la tua casa editrice, La Mela Avvelenata, puoi parlarci di questa nuova realtà editoriale e dei suoi obiettivi? Come devono muoversi le nuove case editrici che sono circondate dai colossi che imperano nelle librerie? 

La Mela Avvelenata rappresenta la voglia di cambiare. Io e Daniela Barisone lavoravamo da alcuni anni per alcune case editrici, ma abbiamo avuto sentore di cambiamento nell’aria. Abbiamo deciso di metterci in gioco, a partire dalla distribuzione digitale, e dalla voglia di proporre autori emergenti e soprattutto italiani. Ad affiancarci ci sono persone in gamba, quali Anna Grieco, Ignazio Piacenti, Luigi Milani, Pellegrino Dormiente, Viola Lodato, Fiorella Rigoni, Letizia Loi. In più si stanno affiancando a noi, per valutazioni e letture finali, dei beta reader motivati e caparbi. 


Questa domanda è d’obbligo: quali consigli daresti a un aspirante scrittore? 

Di non smettere di scrivere, anche quando gli editori non rispondono alle mail. Bisogna fare tante ricerche e leggere moltissimo, possibilmente generi diversi. Ci vuole costanza, determinazione e soprattutto umiltà, perché chi si crede bravo ha difficoltà ad accettare consigli e farà fatica a migliorare i propri testi. Ci si può far conoscere anche attraverso i concorsi, sulla Mela ne trovate parecchi. Due cose da non dimenticare: 1 - Rileggete un sacco di volte il testo prima di inviarlo. 2 - Non pagate MAI per farvi pubblicare. 


Infine, quali progetti letterari hai in cantiere? Puoi anticiparci qualcosa? 

Sto scrivendo un mitologico a 6 mani, un horror con Luigi Milani, un sci-fi con Lorenzo Crescentini e devo finire i sequel dei miei libri.


Non vedo l'ora di leggerli :-)

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