Oggi ho il grande piacere di intervistare un'altra eccellente autrice, Carla Marcone, una donna determinata, dalle idee chiare, indipendente e "divinamente ribelle".
Pochi giorni fa ho recensito il suo splendido romanzo, "Teresa e La Luna" (trovate qui la recensione) edito da Scrittura & Scritture.
Non mi resta che ringraziare Carla per aver offerto, con le sue risposte, interessanti stimoli per riflettere su questioni attualissime e augurarvi buona lettura.
Non l’ho scelta io. Ha scelto lei me. Chantal ed Eliana mi hanno proposto la storia. Lo racconto nella nota d’autore del libro.
2) C’è qualcosa di te, del tuo carattere che si riflette nella protagonista del romanzo?
Magari. Mi sarebbe piaciuto assomigliarle almeno un po’. Però, il suo dolore di madre ho potuto comprenderlo fino in fondo. L’ho sentito nella carne, nelle viscere, perché ho due ragazzi che sono la luce degli occhi miei. E Lina era la luce degli occhi di Teresa.
3) Tu sei napoletana. In cosa è cambiata, se è cambiata, l’essenza della Napoli di ieri rispetto a quella di oggi?
L’essenza di Napoli non è cambiata e non cambierà, neppure se scende il Padreterno dal cielo. Siamo un popolo variopinto, multietnico, multiculturale, che fa delle proprie strade palcoscenico, che improvvisa la tragicommedia della vita con attori che cambiano maschera e ruolo all’occorrenza. Napoli è mille culture, mille paure, è ’a voce de’ creature che saglie chianu chiano, e tu sai che nun si sulo. Qui, pure se ci provi, solo non rimani. Mai.
4) Credi che una donna come Teresa possa essere un modello per le donne, e perché no anche gli uomini di oggi?
Teresa è un modello per tutti. La storia l’hanno fatta sia le donne che gli uomini, ma l’hanno scritta gli uomini …
5) Hai un “metodo” di scrittura particolare, un orario o un luogo ben precisi in cui ti dedichi solo alla scrittura?
Scrivo sempre prima con la penna, è l’unica mia regola, o meglio abitudine. Per il resto sono indisciplinata, purtroppo. E sebbene i processi creativi non vogliano progetti, pretendono disciplina. E così per disciplinarmi scrivo tutti i giorni. Scrivere è un mestiere, e lo scrittore non è un invasato. L’ispirazione non scende dal cielo, ma dal sudore della fronte, anzi del cervello.
6) Come sei arrivata a “Scrittura & Scritture”?
Dalle Pagine Gialle. Non avevo ancora internet. Ricordo che da subito mi ispirarono fiducia. Per me era come affidargli un figlio. Sono stata fortunata, sono in gamba e serie. Ci credono. E’ importante incontrare chi ci crede.
7) Pensi che la frase “Napoli è un paese ove occorre che qualcuno abbia un poco più di
coraggio affinché gli altri dopo lo imitino” possa essere applicata all’Italia dei nostri giorni?
Foto tratta dal sito di Scrittura & Scritture |
Pensa che quella frase l’ho trovata su un giornale vecchio d’un secolo, spulciavo ovunque e qualunque cosa in quel periodo. Ne ho respirata di polvere di biblioteche ed emeroteche! E credo valga sempre, sì. Voglio crederci.
8) Il tuo romanzo è ambientato proprio nella primissima fase di nascita dell’Italia moderna, eppure, per certi versi, il tempo sembra non essere passato. Secondo te i pregi e i difetti degli italiani sono sempre gli stessi o sono mutati?
Dopo un secolo e mezzo, sono cambiate tante cose. Abbiamo vecchi pregi e nuovi difetti, ma anche nuovi pregi e vecchi difetti, ma qualcosa non c’è mai stata, ahinoi!, il popolo italiano. L’Italia c’è, ma gli italiani?
9) Ogni pagina di “Teresa e La Luna” è permeata da un fiero senso di appartenenza a Napoli, lo stesso che io ho trovato in un’altra eccellente autrice, Maria Orsini Natale. Persino l’uso del dialetto ne è una prova. Ritieni che questo senso di appartenenza , ancora oggi, scavalchi in qualche modo quello nazionale?
Mi piacerebbe risponderti di no. Mi piacerebbe sentirmi italiana. Tanti giovani ci hanno creduto, hanno combattuto e sono morti, requiescant in pace, per fare questo paese, ma invano. Ergo, mi discolpo, con sarcasmo ma mi discolpo, e ti rispondo che non trovando italiani in giro, devo accontentarmi d’essere napoletana.
10) Qual è il tuo rapporto con i social network? Vedi dei pregi o dei difetti in questi strumenti?
Come in ogni cosa: ogni eccesso è difetto.
11) Un’ultima curiosità: puoi rivelarci qualcosa sul prossimo romanzo che stai scrivendo?
Ho intrapreso una strada difficile. Sono due anni che lavoro su un’idea che ne ha più di dieci. Ci tengo talmente tanto a questa storia che i personaggi mi prendono la mano e decidono da sé. E tutte le volte che credo d’aver finito ricomincio da capo. Il lavoro peggiore per uno scrittore è : tagliare.
Grazie.
Grazie a te Carla!
Grazie a te Carla!
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