Ah, della traviata sorridi al desio;
A lei, deh, perdona; tu accoglila, o Dio,
Or tutto fini’.
“Addio, del passato”, Violetta (La Traviata)
Manifesto della prima de La Traviata |
Un blog come “Divine Ribelli” non poteva non dedicare uno spazio a questo genere musicale che è “difficile” solo in apparenza, ad un primo ascolto. L’Opera, infatti, è piena di eroine forti e deboli allo stesso tempo, che amano e soffrono con una drammaticità che, in una certa misura, ci appartiene.
Personaggi indimenticabili, da Violetta a Tosca, da Turandot ad Adriana Lecouvreur. Donne che soffrono ed arrivano persino a sacrificare la vita per amore. Come dimenticare, poi, le bravissime ed affascinanti cantanti che hanno dato voce, corpo ed anima a quelle eroine, dall’indimenticabile Maria Callas alla sua degna rivale Renata Tebaldi.
La prima opera di cui parliamo oggi è La Traviata di Giuseppe Verdi e la scelta non è affatto casuale; il prossimo 6 marzo, infatti, saranno passati esattamente 160 anni dalla sua prima rappresentazione, che avvenne al Teatro La Fenice di Venezia nel 1853.
Prima pagina dello spartito "Addio, del passato", canto e pianoforte |
La Traviata, opera in tre atti, si ispira ad un romanzo di Alexandre Dumas figlio, “La Signora delle Camelie”, che fece scandalo per i temi affrontati e per lo stile molto diretto dell’autore. A Verdi non andò meglio: la prima, il 6 marzo 1953 fu un fiasco clamoroso.
Alcuni imputarono l’insuccesso proprio alle tematiche scabrose, che ritennero non adatte al luogo e al tipo di musica. Il pubblico, a quanto pare, non perdonò neppure l’ambientazione contemporanea, che lo costrinse a guardare in faccia una realtà irritante e di solito tenuta ben nascosta.
Per altri, invece, la colpa fu anche degli interpreti, che non riuscirono a cogliere e a far proprie in modo adeguato le passioni forti e la drammaticità della storia.
Per la parte di Violetta venne scelto il soprano Fanny Salvini Donatelli (1815-1891), che il pubblicò giudicò fuori parte, criticandola durante l’esibizione non per le ottime doti vocali, ma a causa di un fisico piuttosto prorompente e non adatto al ruolo di una donna devastata dalla tisi.
Maria Callas nel ruolo di Violetta |
La Traviata fa parte della “trilogia popolare” insieme al Rigoletto (1851) e al Trovatore (1853).
Queste tre opere hanno in comune personaggi rifiutati dalla società, destinati a non integrarsi mai nella vita degli uomini e delle donne “perbene” e ai quali mai verrà concesso un riscatto umano.
Protagonista de La Traviata, ambientata nella Parigi di metà Ottocento, è Violetta Valery, una bellissima e famosa cortigiana malata che vive nel lusso concessole dai suoi amanti e cerca di dimenticare la malattia e la mancanza d’amore tra feste e divertimenti.
Proprio ad un ricevimento conosce Alfredo Germont. Tra i due nasce un sentimento assoluto, osteggiato dal padre di Alfredo, dalla società ipocrita che giudica scandalosa una tale unione e dalla malattia di Violetta, che la consuma di giorno in giorno.
Il simbolo della brevità e della caducità dell’esistenza, la camelia, è un particolare fondamentale della storia, che rimase nel passaggio dal libro all’opera.
La storia di Marguerite Gautier/Violetta, (Marguerite Gautier nel libro di Dumas), ebbe un successo enorme ed è forse una delle opere più rappresentate a teatro.
Molte interpreti si misurarono con questo personaggio, come Maria Callas ed Eleonora Duse.
Ebbe anche un certo numero di trasposizioni cinematografiche più o meno fedeli, da quella di Cukor nel 1936, con Greta Garbo, fino a quella di Zeffirelli del 1983 e a “variazioni sul tema” come Moulin Rouge (2001) conNicole Kidman e Pretty Woman (1990).
Questo è il primo post dedicato a La Traviata. Ne seguiranno altri per approfondire le origini dell’opera, l’autore, gli interpreti e la storia.
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