lunedì 30 maggio 2016

Recensione. “Quando sarò farfalla” di Rocco Maffongelli

Siamo abituati a pensare che la strada da percorrere tra noi e i nostri obiettivi sia lineare e che ogni minima deviazione (fallimento) sia irrimediabile. Riteniamo che solo la bellezza debba essere mostrata e la bruttezza nascosta, quasi fosse una vergogna.

Abbiamo anche la convinzione che il bene possa esistere da solo e, spesso, non ci piace riflettere sull’esistenza del suo “doppio” antitetico, il male. Il nostro cervello crea tali illusioni, poiché teme tutto ciò che non è razionale, candido e lineare; è una sorta di difesa che, talvolta, produce ulteriori problemi.

La natura, invece, sa per istinto che il bene non può esistere senza il male, che non può esistere predatore senza preda, né vita senza morte. Tutto è in continuo divenire, è trasformazione, a volte dolorosa, è cambiamento, lo stesso a cui il cervello umano cerca di resistere. La farfalla sa che le sue ampie ali e gli splendidi colori sono un dono a metà, frutto di un lungo, lento processo esistenziale di cui nessuno garantisce il risultato. Il bruco è una farfalla in potenza, un involucro a sua volta chiuso in un bozzolo, in attesa di librarsi nell’aria. Non c’è una spiegazione a questa doppiezza bruco/farfalla, bruttezza/bellezza, desiderio/appagamento del desiderio. E’ così e basta. Un destino in parte già scritto, in parte da scrivere.

Tutti possiamo diventare farfalle, o almeno tentare l’impresa. Questo è uno dei significati del coinvolgente romanzo, a metà tra il noir e il thriller venato di eros, di Rocco Maffongelli, “Quando sarò farfalla”, edito da Genesis Publishing. Serve un obiettivo chiaro, audacia e pazienza, non è impossibile. Anche nel nostro caso, però, il traguardo non è un dato di fatto e quasi sempre lo si avvista solo alla fine di una lunga strada in salita.

Basta poco, un passo sbagliato, una folata di vento o, magari, un retino per farfalle ed ecco che siamo in gabbia, le ali si strappano o, addirittura, non riusciamo neppure a uscire dal bozzolo. Siamo tesi verso la libertà, l’anima sa di essere nata libera eppure, per cause che non dipendono da noi o, al contrario, che noi stessi creiamo, nell’arco di un secondo si ergono sbarre inviolabili intorno al nostro cuore. Accettiamo di non volare, chiniamo la testa e diventiamo schiavi del mondo.

Piero, giovane studente di ventisette anni con la passione, ancora non concretizzata, per la scrittura, è certo che un giorno sarà una farfalla. Non ha ben chiaro il modo in cui avverrà la metamorfosi, ma l’indole stessa gli suggerisce che la sua esistenza da “bruco”, anonima e senza grandi traguardi raggiunti, presto finirà. Non immagina, Piero, che tale cambiamento possa avvenire proprio nella pizzeria in cui lavora, di malavoglia, tra clienti affamati e colleghi invadenti.

La magia avviene quando meno se l’aspetta, quando il suo destino incrocia quello della bella Vanessa (melodioso nome di farfalla), più grande di lui e sposata. Tra i due scoppia un amore intenso e appassionato, finalmente le farfalle spalancano le ali al mondo o, almeno, tentano di farlo, controvento.

Potremmo essere anche più precisi: Vanessa vorrebbe essere una farfalla, ma ormai ha perso ogni speranza che ciò possa avvenire. Ha quarantacinque anni ed è intrappolata nel bozzolo di un matrimonio spento, che si trascina tra silenzi e monotonia. Non c’è quasi più amore, la passione è finita presto. Su quest’ultimo punto, poi, è il caso di soffermarsi. La nostra protagonista femminile, infatti, ha affidato la speranza di spiegare le ali ed essere libera ad Antonio, un uomo che non riesce a dimostrare quanto ami sua moglie e, peggio ancora, non ha imparato a incanalare e modellare una sessualità ora repressa, ora dirompente.

Antonio non sarà mai una farfalla e lo sa bene, perché respinto negli inferi della perversione, dell’eros non condiviso con la persona amata, bensì vissuto come fosse un segreto vergognoso. Per questo non può accettare che Vanessa lo abbandoni a terra, sbattendogli in faccia le sue ali variopinte d’amore e libertà.

Le vite dei personaggi giocano sul filo dei desideri e della possibile attuazione di essi: Piero può e vuole, dunque la sua ferrea volontà gli consente di innescare il cambiamento; Vanessa non può ma vuole e il desiderio oltrepassa i limiti imposti dal matrimonio e dalla convenienza; Antonio non può e, pur credendo il contrario, non vuole e proprio la sua scelta di non cambiare, di reprimere il desiderio amoroso, di accontentarsi dell’illusione di un facile appagamento fisico, lo porterà su una strada da cui non si ritorna.

Potremmo dire che Piero rappresenta la farfalla appena uscita dalla sua “prigione”, Vanessa ha, invece, il fascino di una crisalide, mentre Antonio non è che un uovo fragile, pieno di crepe. Tutti e tre vivono e agiscono in bilico tra il bene e il male, tra la volontà e la rassegnazione, l’amore e l’odio, la vita e la morte.

La narrazione scorre fluida, catturando il lettore e mantenendo, fino al colpo di scena finale, questo delicato equilibrio che ricorda non solo il percorso non lineare di cui parlavamo all’inizio, bensì il volo inaspettato e, in apparenza, inconsapevole, di una farfalla che ci passa davanti, invogliandoci a seguire il suo cammino libero.

Quando sarò farfalla” è un romanzo ottimo anche nello stile, veloce, dinamico ma non superficiale, nell’accurata descrizione dei personaggi, ben delineati sia fisicamente che psicologicamente e nell’ambientazione campana, originale, reale e vera.

L’amore di Piero e Vanessa sopravvivrà alla doppiezza di Antonio, alla sua ambiguità dietro la quale quest’ultimo cela ogni sconfitta amorosa ed esistenziale, oltre al vuoto della meschinità? Le due farfalle spiccheranno il volo insieme?

Non ve lo dirò mai, ora tocca a voi leggere questo romanzo sorprendente e trarne gli spunti necessari per trasformare voi stessi e la vostra quotidianità nel volo di una farfalla. S

i tratta di una storia d’amore, ma anche di accecante gelosia, di abbagliante passione, di catene spezzate e di nuovo forgiate che vi terranno col fiato sospeso; rosa e nero, infatti, sono i colori dominanti di “Quando sarò farfalla”.

Certo, la vita di una farfalla è breve, ma non ci hanno insegnato che la fine è solo l’inizio della rinascita


Il libro

Titolo: Quando sarò farfalla

Autore: Rocco Maffongelli

Casa editrice: Genesis Publishing

Pagine: 327

Pubblicazione: aprile 2016

Prezzo: ebook: 3.99; cartaceo: 10.60;







Trama

Piero, studente di ventisette anni con il sogno della scrittura, comincia a lavorare in una pizzeria della provincia di Salerno. Tra la paura di essere impreparato e il bisogno di portare qualche spicciolo a casa, nel locale incontra Vanessa, la donna che, in pochi giorni, in pochi gesti, gli cambia ogni prospettiva. La differenza d’età tra i due non conta, Piero e Vanessa vivono il loro amore nella maniera più passionale possibile. Su di loro incombe, però, la figura di Antonio, il marito della donna, impegnato a sua volta nella lotta interna tra bene e male, tra normalità e perversione. Un vortice di eventi e decisioni porterà i personaggi a un epilogo insospettabile, perché l’oscurità è il peggior nemico dell’essere umano. (Informazioni tratte dal sito della casa editrice Genesis Publishing).


L’autore

Nasce a Salerno nel 1987. Ottiene un diploma di liceo scientifico e si laurea in Discipline delle Arti Visive, della Musica e dello Spettacolo (Davimus) presso l’Università degli Studi di Salerno, prima di concludere anche la laurea magistrale in Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale. Dal settembre 2015 vive in Inghilterra, nella città di Bournemouh. Prima di Quando sarò farfalla, ha pubblicato una raccolta di poesie dal titolo Amori e vite (Il Filo, 2007). (Informazioni tratte dal sito della casa editrice Genesis Publishing).


Per saperne di più

La pagina dedicata al romanzo sul sito della casa editrice Genesis Publishing. Potrete trovare le informazioni sul romanzo, il promotional video, il parere dell'editore e i link d'acquisto.

Nessun commento:

Posta un commento