Gli ultimi due articoli dello Speciale Halloween 2016 saranno un po’ diversi dal solito, ma in linea con il tema trattato e con l’essenza del blog.
Abbiamo fatto un breve viaggio nella Storia, tra le streghe di Triora e di Salem, nella letteratura con "Misteri nella Storia Speciale Stregoneria" di Black Book, edito da Yume Edizioni.
La storia della stregoneria è un tema complicato e affascinante, composto da innumerevoli diramazioni ed evoluzioni. Persino la figura della strega non è sempre uguale a se stessa, ma cambia con i tempi, i desideri nascosti e le paure degli esseri umani.
Ci attrae e, nello stesso tempo, ci repelle. Per quale ragione? Perché siamo attratti dai poteri delle streghe, pur temendole? Come mai l’immagine delle megere ha avuto e continua ad avere tanto successo nei romanzi, nei saggi e nei film?
Le ragioni sono profonde, radicate fin nel nostro inconscio e certo un breve articolo su un blog non può (e non pretende) di esaminarle e sviscerarle tutte.
Nonostante questo possiamo, ugualmente, aprire il dibattito e approfondirlo in seguito, con letture, opere cinematografiche o studi specifici.
Proprio riguardando alcuni celebri film nei quali le streghe sono protagoniste o, comunque, hanno un ruolo rilevante, ho iniziato a fare delle riflessioni.
Le pellicole in questione sono “Le streghe di Eastwick” e “Maleficent”.
La prima è un capolavoro del 1987 con Jack Nicholson, Michelle Pfeiffer, Susan Sarandon
e Cher, tratto dall’altrettanto celebre romanzo di John Updike (1986).
La trama la conosciamo tutti: tre donne sole incontrano un uomo ambiguo e affascinante, Daryl Van Horne, ignorando, nella fase iniziale, che si tratti proprio del diavolo in persona, venuto sulla Terra per tentarle e prendersi le loro anime, donando loro dei poteri e assicurandosi una discendenza da tutte e tre.
Il film e il romanzo non sono perfettamente speculari, ma il dibattito sulla fascinazione che la figura della strega ha su di noi si può applicare a entrambi.
Le tre protagoniste de “Le streghe di Eastwick” ritrovano la vivacità, la gioia (effimera in questo caso) di vivere e uno scopo proprio con Daryl. Come d’incanto i loro sogni (anche quelli meno edificanti) si realizzano grazie alla magia.
Tutti (o quasi) vorremmo realizzare i nostri desideri in un batter di ciglia; è la strada più facile e il raggiungimento dell’obiettivo è assicurato. In un’epoca come quella in cui viviamo, dominata dall’immagine e dell’apparenza, essere sempre vincenti (talvolta anche a scapito degli altri) piacerebbe a molti.
Ci ammalia, dunque, il potere delle streghe, le loro capacità incredibili e misteriose. Le percepiamo come creature pressoché invincibili, in grado di agire in qualunque momento e senza sbagliare.
Come il libro e il film ci mostrano, però, la “medaglia” ha un rovescio: perdere se stessi, l’anima, essere schiavi del potere, rinunciare alla nostra indole. La maggior parte delle volte la strada più facile non ci porta dove avremmo voluto; la realtà ci insegna che quasi nulla può essere conquistato nell’arco di una notte.
Il secondo film “Maleficent” (2014) con una bravissima Angelina Jolie. La pellicola è un remake del classico Disney “La bella addormentata nel bosco”, benché la trama presenti rilevanti differenze e vi sia un approfondimento maggiore della psicologia della strega.
Malefica è, prima di tutto, una donna tradita dal suo amore (o meglio, da quello che lei riteneva tale), privata di una parte di se stessa (le ali).
Ciò che ci affascina di lei è la passione che neppure la veste scura e l’espressione impassibile possono cancellare. Le streghe, infatti, sono temute proprio per i sentimenti forti che sono capaci di nutrire.
Non sono esseri “grigi” e spenti, non hanno paura e non si nascondono. Sono libere e, si sa, la libertà e la passione fanno paura, pur esercitando una grande attrazione.
Malefica riesce a vendicarsi nel momento in cui ritrova questa libertà e la sua anima (le ali).
Le streghe sono state perseguitate in quanto donne (la maggioranza; in effetti vi furono casi di accuse contro uomini e ragazzi).
La donna, le sue conoscenze ancestrali del corpo, della Madre Terra, le sue capacità straordinarie (dare la vita) sono state l’ossessione degli inquisitori.
Questi ultimi hanno tentato di mortificare e ridurre al silenzio (spesso eterno) l’essenza femminile che li terrorizzava e li incantava.
Le streghe, quindi, sono donne di potere (un bel problema in società patriarcali), appassionate, anche scorrette (ma, attenzione, il male non può mai essere giustificato), libere, eccezionali nella loro normalità, in grado di ribellarsi, incapaci di sottostare al silenzio.
Questo ci affascina delle streghe, il loro spirito indomito.
Dovremmo solo capire che anche la libertà richiede responsabilità e che il potere su noi stessi che tanto vorremmo è un mezzo per migliorarci giorno per giorno, non per cercare scorciatoie.
Potere e libertà, passione e indomabilità non devono farci paura; il nostro intento, per usare un po’ di ironia, non dovrebbe essere quello di volare su una scopa per lanciare sortilegi, ma di far volare più in alto possibile i nostri sogni mentre, lavorando senza sosta (e su noi stessi), cerchiamo di raggiungerli.
Sono esistite ed esistono ancora persone così, “streghe moderne” che sanno modellare la vita in conformità con i loro obiettivi?
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